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Il tavolo tecnico del Mef e del Ministero della Salute con la Regione Campania per fare il punto sul piano di rientro della sanità ha verificato sia gli adempimenti di carattere finanziario, sia quelli relativi ai Livelli Essenziali di Assistenza (Lea). Su entrambi i ministeri hanno espresso parare favorevole. Tale parere sarà formalmente rassegnato alla Regione la prossima settimana. Lo rende noto la Regione Campania. La riunione si è svolta ieri pomeriggio al ministero dell’Economia di via XX Settembre a Roma, con il governatore Vincenzo De Luca e i rappresentanti del Mef e del Ministero della Salute e aveva al centro la verifica degli adempimenti necessari alla fuoriuscita dal Commissariamento della Regione Campania. Era un passaggio indispensabile, si legge nella nota della Regione, per poter sottoporre al Consiglio dei Ministri la richiesta di conclusione del commissariamento. Tale passaggio sarà formalizzato nella Conferenza Stato Regioni programmato per il 28 di questo mese che acquisirà formalmente i pareri tecnici positivi. Nel corso della riunione sono stati anche sbloccate le premialità 2016 e 2017 per complessivi 600 milioni di euro a favore della Campania. «Davvero siamo alla vigilia di una svolta storica per la nostra Sanità e la Campania», ha dichiarato De Luca al termine della riunione. Potenziare gli ambulatori dei medici di base con nuovi strumenti diagnostici per alleggerire il lavoro dei medici di urgenza in ambito territoriale e nei pronto soccorso è senz’altro una buona iniziativa di cui diamo atto al ministero della Salute, tuttavia restiamo dell’avviso che serva comunque e in tempi davvero stretti una riforma della Medicina territoriale (Assistenza Primaria, Continuità Assistenziale, Servizio 118, Adi, Nad, Specialistica ambulatoriale, lungodegenza ) per riservare a quella ospedaliera esclusivamente i codici di maggiore gravità, cioè i gialli e i rossi. E’ questo in sintesi quanto trasmesso oggi al ministro della Salute Roberto Speranza dal Consiglio nazionale del Saues, il sindacato autonomo di urgenza ed emergenza sanitaria. “Tale innovazione – si legge nel documento Saues – garantirebbe una migliore qualità del servizio al cittadino sia sul territorio che in ambito ospedaliero. Sarebbero infatti evitate le lunghe code di attesa intraospedaliera ed abbreviati i tempi nel percorso assistenziale territoriale del paziente, che sono causa delle ben note criticità, come gli atti lesivi nei confronti degli operatori sanitari». “Sappiamo bene – spiega il presidente nazionale del Saues Paolo Ficco – che una riforma del genere richiede un numero congruo di medici da impegnare su questi servizi e di specialisti negli ospedali, soprattutto nei Pronto Soccorso, posti che, se carenti, potrebbero essere coperti, mediante apposita legge, dai medici di emergenza territoriale convenzionati intenzionati a passare al regime di dipendenza». Naturalmente – sottolinea Ficco – andrebbe senz’altro incentivata la remunerazione dei medici di pronto soccorso e di emergenza territoriale per evitarne la migrazione in altri servizi o il rifiuto di queste tipologie di incarico particolarmente impegnative e gravose».
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