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Protesta per la chiusura della linea Napoli-Baiano della Circumvesuviana. Da oggi (1° luglio), i treni non circoleranno più a causa di “lavori urgenti alla rete”.


Decine di cittadini si sono radunati ieri (30 giugno 2024), in piazza Napolitano a Baiano per manifestare contro la decisione imminente di chiudere la linea Napoli-Baiano della Circumvesuviana. Da oggi (1° luglio), i treni non circoleranno più a causa di “lavori urgenti alla rete”. Una mossa che ha suscitato un’ondata di proteste da parte dei residenti e dei pendolari della zona. L’iniziativa, organizzata dal comitato civico E(a)vitiamolo di Sperone e supportata dal comitato pendolari vesuviani, ha visto la partecipazione del segretario nazionale ferrotranvieri del sindacato Orsa, Gennaro Conte. I manifestanti hanno espresso ferme critiche alla gestione dell’Ente Autonomo Volturno (EAV), responsabile della Circumvesuviana, accusando l’ente di mancanza di pianificazione e scarsa considerazione delle esigenze dei cittadini.

I MOTIVI DELLA PROTESTA

Secondo quanto dichiarato dagli organizzatori della protesta, i lavori potrebbero essere eseguiti di notte, come avviene per la linea di Sorrento, consentendo il mantenimento del servizio durante il giorno. Le corse dei bus previste come “sostitutive” non sono state ritenute adeguate, in quanto non consentono la mobilità tra i vari Comuni serviti dalla linea sospesa. La chiusura della tratta rischia di compromettere la mobilità di molti studenti impegnati a sostenere gli esami di maturità nei tanti istituti di istruzione secondaria.

Inoltre, i manifestanti hanno sottolineato: «La chiusura totale delle tratte di Baiano e di San Giorgio non consente di testare nei mesi estivi, in un periodo di minore stress, i servizi sostitutivi da Volla e le coincidenze da San Giorgio, prima dell’apertura delle scuole a settembre; la carenza di treni, forse la vera causa, che oggi ha portato alla chiusura delle linee Baiano e San Giorgio per rafforzare il servizio sulla linea di Sorrento, aumenterà fino a settembre 2025».

La protesta ha messo in luce la necessità di un dialogo più costruttivo tra l’EAV e i comitati locali, al fine di elaborare un piano operativo condiviso che distribuisca in modo equo i disagi su tutte le linee, senza penalizzare in modo così drastico alcune comunità.

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