INDICE DEI CONTENUTI
Campi Flegrei: uno studio, guidato da Flora Giudicepietro, primo ricercatore dell’Osservatorio Vesuviano, analizza i dati raccolti dal 2000 al 2023, mettendo in luce la relazione tra il sollevamento del suolo e l’attività sismica.
CAMPI FLEGREI (NAPOLI) – Un’indagine scientifica ventennale offre nuovi strumenti per comprendere il comportamento della caldera dei Campi Flegrei, un’area vulcanica tra le più studiate al mondo. Lo studio, guidato da Flora Giudicepietro, primo ricercatore dell’Osservatorio Vesuviano, analizza i dati raccolti dal 2000 al 2023, mettendo in luce la relazione tra il sollevamento del suolo e l’attività sismica. La ricerca è stata pubblicata sulla prestigiosa rivista scientifica Nature.
CAMPI FLEGREI: UN NUOVO STUDIO RIVELA LA RELAZIONE TRA DEFORMAZIONE DEL SUOLO E SISMICITÀ
Secondo la ricercatrice Flora Giudicepietro, il cuore dell’analisi risiede nel monitoraggio della deformazione del suolo, con particolare attenzione al sollevamento della roccia nel rione Terra, nel centro storico di Pozzuoli. «Lo studio sui Campi Flegrei va dal 2000 al 2023 ed analizza la deformazione del suolo con il sollevamento della roccia nella zona di punta, il rione Terra nel centro di Pozzuoli. Dallo studio emergono le relazioni tra deformazione e sismicità, con questa che aumenta in maniera costante considerando un lungo periodo di tempo. Ma se analizziamo periodi più brevi, ci sono momenti più forti e altri di calma. Questo è un momento di forte sismicità», ha spiegato Giudicepietro.
LA RELAZIONE TRA SISMICITÀ E MAGMA
Tra i risultati più significativi, emerge una correlazione tra il movimento delle rocce e l’aumento della sismicità. «La sismicità evidenzia un aumento di numero di terremoti e della loro magnitudo. Il movimento delle rocce e i sismi sono legati da una legge specifica: quando aumenta il numero dei terremoti sono di più sia i piccoli, sia i medi, sia quelli più forti», sottolinea la scienziata. Un aspetto cruciale è la profondità dei sismi, che incide direttamente sugli effetti a terra. «Ci sono sismi medi che possono però essere anche molto superficiali e quindi in quel caso possono fare molti danni, come il sisma 4.4 del 20 maggio 2024 che ha portato danni anche se in un’area limitata», ha aggiunto.
Un altro elemento di rilievo è la relazione tra terremoti e magma. Il movimento sismico, secondo lo studio, avviene su faglie che non interessano direttamente i condotti magmatici. «Il sisma porta alla rottura della roccia, ma questo avviene su una faglia che non è il condotto magmatico, quindi il sisma non produce un’eruzione e anzi, questo fenomeno può portare anche a condizioni favorevoli alla salita del magma senza una crisi eruttiva», spiega Giudicepietro. Questo scenario, pur aumentando l’incertezza, rappresenta una differenza fondamentale rispetto a vulcani come il Vesuvio, dove la dinamica è più prevedibile.
SCENARI FUTURI E IMPORTANZA DEL MONITORAGGIO
La ricerca evidenzia che il comportamento della crosta terrestre nei Campi Flegrei è in continuo mutamento. La crosta, infatti, reagisce elasticamente alla pressione ma presenta anche fenomeni di frattura, indicando un deterioramento delle proprietà meccaniche delle rocce. «La crosta reagisce elasticamente alla pressione che aumenta in profondità, ma non del tutto e quindi ci sono anche fenomeni di rottura, di frattura delle rocce, fenomeni che sono indice di un peggioramento delle caratteristiche di meccanica di questi strati rocciosi, che perdono elasticità», spiega la ricercatrice.
Un dato particolarmente significativo riguarda la velocità con cui aumentano i terremoti rispetto alla deformazione. «I terremoti aumentano più velocemente rispetto alla deformazione, che aumenta in maniera più lineare. Questo ha permesso di confrontare il sollevamento della zona centrale della caldera dei Campi Flegrei rispetto al numero di terremoti, permettendoci di quantificare e descrivere la relazione tra i due andamenti, sollevamento e sisma», conclude Giudicepietro.
I risultati dello studio sottolineano l’importanza di un monitoraggio costante e di una valutazione approfondita degli scenari futuri. Sebbene il rischio di un’eruzione immediata non sia considerato elevato, la crescente attività sismica e i cambiamenti nella crosta terrestre richiedono attenzione. I Campi Flegrei rimangono un laboratorio naturale unico per comprendere le complesse interazioni tra deformazione, sismicità e dinamiche magmatiche.
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA