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L'area dei Campi Flegrei

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I terremoti ai Campi Flegrei costituiscono uno sciame sismico, per Ingv da gennaio il suolo si è alzato in media di 1,5 cm al mese

NAPOLI – I sensori dell’Ingv hanno registrato, ieri 27 settembre, una scossa di magnitudo 4.2, preceduta da alcune scosse minori, nell’area dei Campi Flegrei, nel Napoletano. Le prime due scosse, di magnitudo 2.2 e 2, in realtà risalgono a martedì sera alle 22:49 e alle 23:36. L’ultima, la più intensa (4.2), alle 3:35 della notte. Tutte con epicentro nell’area dei Campi Flegrei, a un chilometro di profondità la prima, a tre le altre due.

La scossa di magnitudo 4.2 avvertita in molti quartieri di Napoli alle ore 3,35 di ieri mattina non ha prodotto danni a cose o persone. Ne informa l’amministrazione comunale. Poche chiamate al turno di guardia della Protezione Civile per verifiche in zona Coroglio e una caduta di calcinacci in via Eurialo. Verifiche da parte della task force della manutenzione scolastica presso gli edifici sedi di scuole comunali. «Il sindaco Gaetano Manfredi sta seguendo in prima persona l’evolversi della situazione, in costante contatto con le autorità competenti», fanno sapere dal Comune. Circolazione rallentata sulla linea Alta velocità Roma-Napoli-Salerno, con maggiori tempi di percorrenza fino a 150 minuti.

TERREMOTI AI CAMPI FLEGREI, L’ANALISI DELL’INGV

«Allo stato attuale non si evidenziano elementi tali da suggerire significative evoluzioni del sistema a breve termine, fermo restando che una eventuale futura variazione dei parametri monitorati (sismologici, geochimici e delle deformazioni del suolo) può comportare una diversa evoluzione degli scenari di pericolosità» afferma, in una nota, Mauro Di Vito, Direttore dell’Osservatorio Vesuviano dell’Ingv.

«Dalle ore 05:06 del 26/09/2023 – si fa rilevare – è in corso uno “sciame sismico ai Campi Flegrei” costituito da circa 64 eventi con magnitudo (Md) 0 e magnitudo massima 4.2 0.3, registrati dalla Rete di Monitoraggio dell’Osservatorio Vesuviano dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv). Gli epicentri sono localizzati nell’area Accademia-Solfatara (Pozzuoli) e nel Golfo di Pozzuoli. Il terremoto di magnitudo maggiore è avvenuto nell’area compresa tra Bagnoli e Pozzuoli, ad una profondità di 2.7 km».

«La dinamica dei Campi Flegrei – spiega De Vito – è costantemente monitorata dalle reti di monitoraggio dell’Osservatorio Vesuviano, in stretto contatto con il Dipartimento della Protezione Civile. I parametri geofisici e geochimici analizzati, sia in pozzo che nelle emissioni idrotermali, indicano il perdurare della dinamica in corso, con sollevamento del suolo, che presenta nell’area di massima deformazione al Rione Terra una velocità media di circa 15 mm/mese dagli inizi del 2023, in lieve incremento negli ultimi giorni, e assenza di variazioni geochimiche significative nell’ultima settimana».

Anche l’analisi dei dati di deformazione planimetrica del suolo, fa rilevare, non mostra variazioni significative rispetto alla caratteristica forma radiale dall’area centrale di Pozzuoli.

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