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NAPOLI – Orgoglio per i passi avanti veri del progetto di rifacimento e riapertura dei tre ospedali nel centro di Napoli, rabbia per una sanità che la Regione Campania porta avanti «con 10.000 dipendenti in meno e 300 milioni di euro derubati ogni anno alla Regione, altro che file al Cardarelli, dovremmo chiudere». Così Vincenzo De Luca oscilla nella giornata di presentazione dei lavori da 162 milioni di euro che restituiranno nel 2025 e nel 2026 a Napoli gli Incurabili, la Santissima Annunziata e il San Gennaro dei Poveri.
La partenza è per i lavori: «Siamo veramente molto soddisfatti – esordisce il governatore della Campania – perché diamo l’avvio a tre grandi progetti di recupero di tre ospedali storici del centro di Napoli. L’Annunziata a Forcella, il San Gennaro al Rione Sanità, gli Incurabili a San Lorenzo. Tre interventi importanti dal punto di vista sanitario, perché realizziamo case di comunità e ospedali di comunità nel cuore del centro storico, in particolare all’Annunziata valorizziamo una vocazione storica e realizziamo un ospedale materno-infantile, agli Incurabili facciamo un recupero anche della farmacia storica, al San Gennaro avremo molta attività di riabilitazione oltre che una casa di comunità, poliambulatori, centri prelievi e così via».
Poi pensa alla montagna della sanità pubblica che la Regione continua a scalare, arrivando anche al ricorso al Tar del Lazio contro il ministero della salute per la ripartizione dei fondi nazionali che portano 220 milioni di euro in meno alla Campania. «Noi dovremmo andare a piedi a Pompei – tuona De Luca – per ringraziare la Regione Campania per quello che sta facendo e io sollecito il mondo della comunicazione campano a svegliarsi». De Luca va diretto nel cuore del problema analizzando le proteste di chi è costretto alle analisi nel privato: «soffriamo per la carenza del personale – dice – e la mancanza di risorse, quindi il problema si solleva prima a Roma al ministero. Ma ricordo anche che al Loreto Mare si possono fare analisi gratuitamente e si sono recati solo in 15.
Quando parliamo di spesa troviamo che le risorse non ci sono e poi dobbiamo integrare i conti con qualche laboratorio che fa finta di non capire perché noi abbiamo integrato i tetti di spesa di qualche decina di milioni ma c’è un tetto nazionale. C’è un problema storico di squilibrio tra laboratori privati e pubblici, per alcune branche l’80-90% di prestazioni sono fatte dai laboratori privati ma contro questa eredità stiamo buttando il sangue poco alla volta per riequilibrare la situazione. Ricordo anche che negli ospedali sulle chemio si chiede di presentarsi con analisi fatte prima, perché se il paziente non può fare la chemio il preparato deve essere buttato».
Il governatore torna però sui lavori per i tre ospedali del centro storico di Napoli: «E’ uno sforzo gigantesco – spiega – che avrà una ricaduta dal punto di vista sanitario, culturale e della riqualificazione urbanistica di parti decisive del centro storico di Napoli. La data ultima di riapertura riguarda gli Incurabili dove bisogna fare interventi strutturali, visto che stava crollando l’edificio, e si finisce nel 2026. Al San Gennaro i lavori partono per un primo padiglione di 18 posti letto già nel mese di luglio. Sono lavori delicati, che qui non possiamo fare con il turno di notte, che invece usiamo in luoghi meno abitati del centro cittadino».
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