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«Stiamo facendo una rivoluzione nella sanità campana: è il più grande programma di investimenti che ci sia mai stato in Campania, nella rete ospedaliera. Da Sessa Aurunca, a Solofra, Pozzuoli, Nola stiamo potenziando la rete delle strutture e poi c’è il grande ospedale che si farà a Salerno, il nuovo Ruggi d’Aragona». Lo ha detto a Salerno il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, nel corso dell’incontro con la stampa per illustrare i progetti per la realizzazione del nuovo ospedale e del polo di riabilitazione.

“Sarà – ha aggiunto De Luca sul nuovo Polo salernitano – il secondo ospedale della regione, nell’ambito di un programma di investimenti di 1,3 miliardi di euro per la sanità. Qui, finalmente, realizzeremo anche un polo spinale, nell’ambito di un polo della riabilitazione pubblica, unico in regione. A questo grande progetto si uniscono altri investimenti. Ci saranno – ha spiegato ancora il governatore – altri investimenti nell’ospedale di Nocera Inferiore e in quello di Battipaglia. È un programma di umanizzazione della nostra sanità e di completamento dell’offerta sanitaria ».

Lo scorso 11 settembre 2020, fu presentato il progetto del nuovo ospedale. De Luca ha spiegato ai giornalisti cosa è cambiato in questo anno. «Presentiamo oggi il progetto definitivo. Abbiamo fatto una conferenza di servizi e abbiamo acquisito tutti i pareri urbanistici. Dunque, oggi, siamo pienamente nella fase esecutiva. Avremo ad ottobre l’ultimo passaggio amministrativo.

Abbiamo definitivo le ipotesi di nuova viabilità intorno al nuovo ospedale e acquisito con le ferrovie una nuova fermata della metropolitana all’altezza dell’ospedale nuovo che andremo a realizzare. A fine anno avremo il progetto esecutivo e partiamo con la gara. Dal punto di vista amministrativo, abbiamo fatto un miracolo. Non esiste in Italia una procedura amministrativa di un anno per realizzare un ospedale di 350 milioni di investimenti e 750 posti letto».

Soddisfazione da parte del sindaco di Salerno Vincenzo Napoli, il quale, ai giornalisti, a margine della presentazione ha detto: «La nuova cittadella ospedaliera programmata dal presidente De Luca rappresenta un importante investimento nel campo dell’edilizia sanitaria. La costruzione del Nuovo Ospedale ha pertanto una notevole valenza economica ed occupazionale.

Nel contempo si creano le condizioni per il potenziamento della didattica e della clinica per la Facoltà di Medicina che sta già raggiungendo traguardi importanti degni della grande tradizione della Scuola Medica Salernitana».

Ad intervenire è il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle e presidente della Commissione regionale speciale Aree Interne Michele Cammarano.

«Il progetto di ampliamento del Ruggi di Salerno, illustrato dal governatore De Luca, è sicuramente necessario in una provincia duramente provata da un’atavica carenza di servizi sanitari già prima dell’emergenza Covid. Ma la Regione Campania ora dovrà concentrare ogni risorsa utile per ampliare l’offerta assistenziale nelle aree interne della Campania, a partire proprio da quelle che ricadono nel territorio del Salernitano, dal Cilento al Vallo di Diano all’agro nocerino Sarnese, senza dimenticare l’Irpinia, il Sannio e l’Alto Casertano.

Aree servite da troppo tempo da strutture alle prese con criticità croniche, con carenza di personale medico e infermieristico, che si riverberano in maniera significativa sugli indici epidemiologici e demografici.

Parliamo di territori con aspettative di vita ben al di sotto delle medie nazionali ed europee, con mortalità a 5 anni dalla diagnosi di cancro, dove il soccorso in emergenza, già viziato da una viabilità assolutamente inadatta alle esigenze del territorio, è stato affidato per anni a varie onlus locali, con procedure occasionali ed estemporanee, per periodi anche molto brevi ».

E ancora: «Con i senatori Francesco Castiello e Felicia Gaudiano – spiega Cammarano – stiamo lavorando a una proposta, già illustrata al viceministro alla Salute Sileri, per incentivare i medici sia dal punto di vista economico, che di progressione di carriera, affinché accettino di venire a lavorare negli ospedali di “frontiera» delle aree interne.

Si tratterebbe di un primo fondamentale passo avanti per venire incontro a una emorragia di personale che sembra inarrestabile, in attesa di un piano di potenziamento di tutte le strutture ospedaliere delle aree interne della Campania ».

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