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Napoli – Prosegue la campagna di vaccinazione dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II dei pazienti fragili già in carico presso le unità operative e i centri di riferimento del Policlinico federiciano. Giovedì 8 aprile a partire dalle 8,30 presso il centro vaccinale aziendale dell’edificio 15, spazio ai pazienti con fibrosi cistica seguiti dal Centro regionale di riferimento dell’azienda.
“Come Centro di riferimento regionale, sia pediatrico che adulti, il nostro Policlinico tiene in cura più di 200 giovani pazienti presso il centro pediatrico e quasi 330 in carico presso il centro adulti – spiega il direttore generale Anna Iervolino -. Una platea di pazienti molto ampia ai quali ci dedichiamo con grande attenzione, garantendo una presa in carico globale che comprende anche la difficile fase della transizione dalla giovinezza all’età adulta. Vaccinare in tempi brevi questi pazienti era una nostra priorità. Non è stato semplice, perché persone affette da fibrosi cistica sono costrette a restare a distanza gli uni dagli altri, per non rischiare di trasmettersi batteri pericolosi; tutto il nostro personale ha fatto ancora una volta un lavoro straordinario consentendoci di raggiungere gli obiettivi regionali del Piano vaccinale”.
Affinché tutto si svolga nella massima sicurezza, allo scopo di evitare una trasmissione batterica tra questi pazienti estremamente fragili ed esposti ad infezioni, i vaccinandi, adulti e giovanissimi, nella fascia di età 16 -18 anni, sono stati convocati direttamente dall’equipe di riferimento della Federico II, che supervisionerà l’intera procedura vaccinale. Continua così il programma vaccinale nel rispetto del tradizionale impegno del Policlinico Federico II, che da sempre eroga assistenza multispecialistica ai pazienti che affrontano malattie croniche. “L’aspettativa di vita media sta aumentando notevolmente negli ultimi anni grazie ai progressi della scienza e della ricerca” sottolinea Alcide Del Naja, vicepresidente Lega Italiana Fibrosi Cistica Campania.
“Oggi un paziente con fibrosi cistica – rimarca Del Naja – ha un’aspettativa di vita di circa 40 anni. Da alcuni anni sono, inoltre, comparsi i cosiddetti farmaci modulatori, che agiscono direttamente sul difetto genetico di base, ci sono nuove frontiere sotto il profilo chirurgico con l’incremento dei trapianti polmonari e il miglioramento del loro trattamento, e l’assistenza si è negli anni perfezionata sempre di più sia in termini di efficacia sia in termini di accettabilità delle cure, con procedure più snelle e strumentazioni più semplici da utilizzare. Inoltre, l’esperienza pandemica ha rafforzato la nostra convinzione che anche la telemedicina sia un ottimo supporto per l’adesione alle terapie e per la continuità delle cure”.
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