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Da oggil’Italia sarà tutta gialla. O quasi. Abruzzo e Campania, infatti, resteranno le uniche regioni arancioni, la prima a causa dell’ordinanza ministeriale del 13 dicembre (che scadrà solo il 26) e la seconda per volere del presidente, Vincenzo De Luca. Una decisione inaspettata, quest’ultima, che ha scatenato l’ira dei ristoratori di Napoli che sono scesi in strada bloccando il lungomare nel cuore della città partenopea. Ma il provvedimento firmato dal governatore ha fatto storcere il naso anche al sindaco Luigi De Magistris che, dopo aver emanato in giornata un’ordinanza per la chiusura delle strade in caso di assembramenti, è stato costretto a fare marcia indietro revocando il testo. «Abbiamo lavorato tutta la mattina al provvedimento per aiutare la ripresa economica ed evitare il rischio di assembramenti – ha detto -, poi è arrivata l’ordinanza del presidente De Luca che ci mantiene in zona arancione. Tutto ciò denota mancanza di rispetto nei confronti di sindaci, prefetti e forze dell’ordine cui poi viene chiesto di controllare il territorio».

In Campania da oggi al 23 dicembre, il divieto per i bar e gli altri esercizi di ristorazione, dalle 11 del mattino, di vendita con asporto di bevande alcoliche e per tutto l’arco della giornata, il divieto di consumo di cibi e bibite, anche non alcoliche, nelle aree pubbliche e aperte al pubblico, comprese ville e parchi comunali. L’ordinanza conferma da oggi al 23 dicembre tutte le disposizioni statali previste per la zona arancione e le misure contenute nell’ordinanza regionale del 10 dicembre scorso relative ai controlli sugli arrivi nelle stazioni e nell’aeroporto di Napoli Capodichino e il divieto di spostamenti nelle seconde case, anche se ubicate sul territorio regionale.
Per tutti gli esercizi commerciali, inoltre, viene fatto obbligo di misurazione della temperatura corporea agli avventori all’ingresso dei propri locali e di inibire l’ingresso laddove la temperatura risulti superiore a 37,5°C.

Viene inoltre fatta raccomandazione ai Comuni e alle altre autorità competenti “di intensificare la vigilanza e i controlli sul rispetto delle disposizioni vigenti, in particolare nelle zone della cosiddetta movida” e “l’adozione, laddove necessario, di provvedimenti di chiusura temporanea di specifiche aree pubbliche o aperte al pubblico in cui sia impossibile assicurare adeguatamente il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro”. “Evitiamo brindisi, assembramenti e parenti. Ho sentito che Salvini ha annunciato che continuerà ad andare in giro, infischiandosene delle misure del Governo. State attenti, fra tanti guai che abbiamo, rischiate che aprite la porta e vi trovate Salvini avanti”. Ha detto Vincenzo De Luca, presidente della Regione Campania, in occasione dell’inaugurazione dei cantieri per la pavimentazione di una strada a Pompei, in provincia di Napoli.

De Luca ha confermato, nel suo intervento, che la Campania resta zona arancione, nonostante il decreto del Ministero della Salute che la collocai in zona gialla e misure restrittive a partire da questo weekend.

Intanto continua il lento ma costante miglioramento del quadro covid in Campania: il tasso positivi-tamponi cala al 6,02% e i nuovi positivi (949 di cui 64 sintomatici) scendono per la prima volta da settimane sotto quota mille, pur in presenza di un numero elevato di tamponi, 15.739. Il bollettino dell’Unità di crisi segnala 32 vittime, di cui sette decedute nelle ultime 48 ore e 25 registrate in ritardo. Su 656 posti letto di terapia intensiva disponibili, quelli occupati sono 122. Va meno bene sul fronte delle degenze ordinarie, con la metà dei posti occupati (1.598 su 3.160) .

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