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SOLOFRA- Paziente positivo al Covid in evidente stato di agitazione, ha minacciato con un estintore un operatore sanitario e un altro ricoverato e poi si è dato alla fuga. E’ quanto avvenuto nella giornata di sabato al Landolfi di Solofra, il presidio ospedaliero dove sono ospitati da qualche settimana i degenti positivi con bassa intensità e meno gravi smistati dal Moscati di Avellino.
La vicenda è però già destinata a diventare un caso, benchè lo stesso ragazzo sia poi stato ritrovato da una pattuglia di Carabinieri e dall’ambulanza mentre stava spontaneamente rientrando in ospedale, a denunciare quanto avvenuto e lo stato in cui si trovano a lavorare i pochi operatori della struttura nella cittadina conciaria, è stato il segretario provinciale della Cgil Funzione Pubblica, Licia Morsa, che ha stigmatizzato le scelte da parte della dirigenza della Città Ospdedaliera, in particolare per pazienti come il venticinquenne resosi autore del gesto, che sin dalla mattina era giunto in Ospedale presentando già uno stato di agitazione. Infatti il trasferimento del paziente, che aveva scoperto solo in ospedale di essere positivo, dopo un tampone rapido di accesso risultato negativo, nel pomeriggio dal Moscati era stato trasferito nella cittadina conciaria.
Qui è avvenuto l’incidente, per fortuna poi rientrato. «Il paziente in questione – ha spiegato la Segretaria della FpCgil, Licia Morsa – era certamente affetto da altre patologie che necessitavano di urgenti cure specifiche, ma, risultato positivo al covid 19, è stato trasferito impropriamente all’AORN Moscati Covid di Solofra. Ha minacciato con un estintore un operatore sanitario e un altro paziente ricoverato, accidentalmente presenti in quel momento nell’area dove si era rifugiato. Dopo aver colpito i due malcapitati con il getto dell’estintore, è fuggito.
Si è trattato solo di fortuna se non è accaduto il peggio. Il paradosso è che, una volta che le forze dell’ordine hanno recuperato il paziente fuggitivo ormai sull’autostrada per Salerno a piedi, lo stesso è stato riportato nei reparti covid del Landolfi, senza considerare l’inadeguatezza di quei reparti per un paziente problematico e del personale in servizio già ridotto al lumicino. Da ciò che ci risulta, il tutto è stato relazionato in direzione, ma è rimasto lettera morta. Di fatto il personale in servizio ha dovuto vigilare il paziente tutta la notte per evitare anche di rispondere personalmente di responsabilità non di loro pertinenza».
E proprio alla luce di questa considerazione, da parte della dirigente del sindacato arrivano una serie di domande sia al Moscati che all’Asl sulla gestione dei pazienti in questa fase problematica dell’emergenza legata al Covid 19: «Da qui una serie di domande che necessitano di risposte precise. Perché quel paziente è finito nel reparto covid del Landolfi di Solofra? Perché non è stata garantita la dovuta assistenza a quel cittadino? Perché non si è agito preservando la dignità di quell’uomo e la sicurezza degli operatori in servizio e dei pazienti ricoverati? Questo, secondo noi, accade quando la disorganizzazione produce i suoi effetti. Ancora una volta le nostre espresse preoccupazioni non sono state ascoltate da chi poteva evitare ciò che è accaduto nel turno pomeridiano di ieri”.
Di fatto, il problema più grave per la Segretaria Morsa è la totale assenza di programmazione da parte degli organi preposti. «Avevamo suggerito all’ASL di organizzare i Servizi Psichiatrici di Diagnosi e Cura – conclude – affinchè potessero essere pronti a ricevere eventuali pazienti covid. Lo abbiamo espressamente richiesto anche nell’ultimo incontro tenuto alla presenza del Prefetto. Purtroppo, in troppe occasioni, la programmazione è inesistente, si attende l’evento, spesso drammatico, per poi intervenire con azioni tamponi improvvisate. Attendiamo una risposta ed una spiegazione su quanto accaduto ieri. In questa fase pandemica, ribadiamo l’invito ad organizzare i LEA senza trascurare nessuna delle discipline mediche».
Una vicenda che arriva proprio dopo le polemiche scoppiate tra la Regione e gli operatori sanitari: «In questi giorni si parla tanto degli operatori sanitari. Medici, infermieri, oss che da eroi sono passati ad essere appellati fannulloni dallo stesso responsabile alla sanità regionale – comincia così l’intervento della Segretaria della FpCgil, Licia Morsa – Questo sta a significare che la politica e la dirigenza continuano a scaricare le proprie responsabilità su chi, con la paura negli occhi, svolge la propria missione con grande senso di appartenenza”. Una situazione sempre più difficile nella quale gli operatori sanitari sono, spesso, lasciati soli».
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