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«Sarebbe un errore riaprire le scuole ora, il virus non ce lo consente e non si può liquidare la faccenda guardando solo ai dati della diffusione tra i bambini o alle misure di sicurezza delle scuole ». A sottolinearlo Antonio D’Avino, vice presidente nazionale Pediatri, che interviene sulla questione del diritto all’istruzione.


«La scuola è un aggregatore sociale e, pur prendendo atto del numero limitato di contagi che può avvenire all’interno delle classi, dobbiamo tener presente il rischio che il contagio avvenga all’esterno dei plessi – prosegue D’Avino -. Ad esempio in attesa dell’inizio delle lezioni o all’uscita, quando decine e decine di studenti entrano in contatto con gli adulti che accompagnano o vengono a prendere i propri figli a scuola. Dobbiamo fare i conti con l’oggettiva difficoltà nell’adozione di adeguate misure di contenimento soprattutto nella scuola dell’infanzia, dove non vi è obbligo di mascherina ».


Non ha dubbi D’Avino che spiega come «In Campania siamo molto vicini ad un nuovo lockdown come unica alternativa al diffondersi incontrollato del virus. Condividiamo molte delle argomentazioni sostenute da chi chiede la riapertura in presenza della scuola, ma nessuno deve dimenticare che l’unico modo per limitare la propagazione del virus è ridurre i contatti sociali. Tra qualche settimana, oltre il Sars- CoV-2, circoleranno tanti altri virus, responsabili dell’influenza e di malattie respiratorie anche severe, che richiederanno un impegno sempre maggiore dei pediatri del territorio, già allo stremo per l’assistenza svolta.


La consueta diffusione delle patologie respiratorie all’interno delle scuole metterebbe in ginocchio il Servizio Sanitario regionale, in questo momento sull’orlo del precipizio». Intanto, secondo quanto emerge da una elaborazione di Coldiretti su dati Istat quasi 1 famiglia su 3 (32%) che vive in campagna non dispone di una connessione a banda larga con difficoltà quindi di accesso alle lezioni on line con i propri insegnanti.

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