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NAPOLI – «Ecco un’altra opera di assoluta eccellenza che concludiamo nella sanità campana. Non ci sono strutture come queste in Italia. Abbiamo un’intera palazzina di tre piani che servirà ad accogliere 40 pazienti con disagio psichico». Così il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca ha presentato oggi la Casa impresa Benessere di Arzano, in provincia di Napoli, una residenza di riabilitazione psichiatrica pubblica, realizzata dall’Asl Napoli 2 Nord.
«Il disagio psichcico – ha detto De Luca – è diventato una malattia sociale, abbiamo migliaia di ragazzi e ragazze con problemi e quando ci sono ragazzi con problemi di questo tipo in una famiglia questo condiziona la vita. C’è davvero da essere orgogliosi, moltiplicheremo questi luoghi di accoglienza e cura per chi ha problemi di sofferenza psichica ma oggi godiamo di una struttura eccezionale. Ragazzi e ragazze in cura hanno prodotto ceramiche, quadri, dipinti. Vi è un livello di socializzaione importante, non è una struttura chiusa di segregazione ma aperta, di accoglienza per le famiglie e di contatto con la società».
La struttura di riabilitazione psichiatrica si articola su tre piani, per complessivi 2000 metri quadri coperti e accoglierà pazienti che, per un periodo di tempo limitato, è opportuno che si allontanino dal proprio abituale contesto di vita per facilitare il percorso riabilitativo. Caratteristica della struttura, informa l’Asl Napoli 2, è porre in primo piano l’importanza del produrre, attraverso laboratori sartoriali, la gestione da parte dei pazienti di una boutique, di un bar e di attività che valorizzano le capacità inespresse dei pazienti. La scelta di realizzare una struttura come questa. spiega l’Asl, si propone come un sostanziale cambio di passo rispetto all’affidamento totale alle strutture private psichiatriche registratosi negli anni precedenti.
«Abbiamo voluto – spiega Antonio d’Amore, direttore generale dell’Asl Napoli 2 Nord – che al riavvio dopo la sospensione del blocco per il Covid, si ripartisse dai più deboli. Nonostante l’utilizzo di tecnologie capaci di coprire le distanze e l’assistenza domiciliare, sappiamo che i pazienti psichiatrici e le loro famiglie sono tra coloro che più di altri hanno sofferto l’isolamento. Volevamo dare loro un segno di vicinanza».
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