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NAPOLI – Dai calzaturieri campani arriva un
contributo di 50mila euro all’ospedale Cotugno di Napoli per
contrastare l’emergenza sanitaria coronavirus in Campania.
All’iniziativa hanno partecipato 50 aziende che hanno donato
mille euro ciascuna. Un’adesione «di rilievo» per un distretto
che conta circa 250 aziende con 5500 occupati diretti che
arrivano fino a 7mila unitá includendo anche gli indiretti.
“Nonostante le aziende siano allo stremo e stiano ricorrendo da
tempo agli ammortizzatori sociali, abbiamo deciso di aiutare
economicamente quanti oggi lottano in prima linea nella ricerca
ed assistenza dei malati affetti dall’epidemia Covid19.- spiega
Pasquale Della Pia, vice presidente Assocalzaturifici- Stiamo
vivendo con i nostri lavoratori una situazione che non ha
precedenti. In quanto aziende radicate nel territorio abbiamo
scelto di portare un aiuto concreto dove davvero c’è più
urgente bisogno: la sanità. La scelta di questa donazione ha
avuto adesioni da tutto il comparto – prosegue – ed é il
sintomo che quando si attraversano le difficoltà si é più
compatti che mai. Sono sicuro che dopo questa difficile
congiuntura ne usciremo tutti più forti con un rinnovato slancio
per l’intera categoria. Un sacrificio necessario per far
ripartire un distretto strategico per l’economia e i livelli
occupazionali della nostra regione». L’azione dei calzaturieri
campani viene definita dal presidente di Assocalzaturifici, Siro
Badon «un esempio virtuoso e concreto di responsabilità sociale.
Il momento é davvero complesso anche perché le nuove misure
restrittive messe in campo dalle istituzioni incidono su un
sistema produttivo fortemente connotato in senso manifatturiero
come il nostro comparto, che non si presta facilmente a questa
soluzione organizzativa. Naturalmente – sottolinea – dove
possibile l’azienda favorisce il lavoro a distanza mediate
supporti telematici ed informatici. Mi auguro che le nuove
misure possano dare una iniezione di fiducia alle imprese per
superare la crisi. Sono certo che supereremo queste criticità
che stanno mettendo a dura prova la nostra vita lavorativa e
private e ben presto ci rialzeremo tutti insieme. Ma
nell’immediato dobbiamo combattere l’epidemia impegnandoci tutti
con un proprio contributo, anche economico», conclude.
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