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Funziona bene a Napoli l’intesa tra centrosinistra e M5s: Gaetano Manfredi vince a valanga le amministrative e diventa sindaco al primo turno, ottenendo circa il 65%, il triplo dei voti del principale avversario, Catello Maresca del centrodestra, che a spoglio in corso si attesta al 20-22%. Un successo che va oltre le aspettative, in una tornata che – come nelle altre grandi città – fa segnare il record negativo di affluenza per l’elezione del sindaco, con meno della metà dei cittadini (il 47,18%) alle urne contro il 54,12 di cinque anni fa.
Manfredi, 57 anni, ingegnere e docente, già ministro dell’Università nel Conte bis, è atteso ora dalla sfida del maxibuco da due miliardi di euro nei conti del Comune, una voragine da risanare. Alle sue spalle una coalizione di tredici liste, il convinto sostegno dei Cinquestelle (Conte si è speso personalmente con più visite in campagna elettorale) e del governatore Vincenzo De Luca: per il neosindaco bisognerà anche far quadrare i conti della rappresentanza tra le varie forze, cominciando dalla nuova Giunta in cui l’unico nome certo, per ora, sembra quello di un tecnico, l’ex questore Antonio De Iesu.
Con meno di un quarto dei seggi scrutinati il Pd è il primo partito (13%) tallonato dal M5s e dalla lista Manfredi sindaco che si contendono la seconda piazza. Per De Luca quella di Manfredi «è la vittoria della concretezza, della serietà, del rifiuto di ideologismi, dopo un decennio di nullità amministrativa. E’ la vittoria dell’impegno a una piena collaborazione fra Comune e Regione, nella prospettiva di un forte rilancio di Napoli».
Dopo dieci anni di amministrazione De Magistris, slegata dai partiti, Napoli volta pagina. Quella esperienza viene archiviata con il deludente risultato di Alessandra Clemente, delfina del sindaco uscente e ferma intorno al 6 per cento. Poco meglio di lei, ma molto al di sotto degli obiettivi, un nome di peso come Antonio Bassolino: l’ex sindaco era tornato in campo, a quasi trent’anni dalla sua prima elezione, provando ad aggregare elettori di sinistra ma anche di altre aree. Senza il sostegno di alcun partito, ha cercato di arrivare al ballottaggio: un obiettivo rimasto lontanissimo.
Maresca, pm antimafia in aspettativa, malgrado tutto si dice “molto soddisfatto » del risultato della coalizione e annuncia di voler rimanere in politica. «E’ un buon punto di partenza per un progetto civico che iniziava da zero, e che comunque ci ha visto raddoppiare i voti del centrodestra a Napoli nelle ultime regionali. Ora faremo opposizione seria e determinata a quello che, visti i numeri, è un sindaco di minoranza: dovremo rappresentare i nostri elettori e coloro che non sono andati alle urne ».
Nel centrodestra napoletano si apre una inevitabile fase di riflessione e di polemiche, dopo una campagna elettorale azzoppata dall’esclusione di alcune liste, tra cui quella promossa dalla Lega, e complicata dalle diffidenze verso un candidato sindaco che fin dall’inizio ha marcato le distanze dai partiti. Assente la lista del Carroccio, nella coalizione Forza Italia è in testa (6-7 per cento), seguita da Fratelli d’Italia.
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