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Napoli – Come era evidente la campagna elettorale ha tra i temi del confronto la questione del Reddito di cittadinanza. Tra il sì me il no. Per Fratelli d’Italia l’erogazione rappresenta uno spreco. Lo dice a chiare lettere la dirigente nazionale di FdI, vice responsabile delle Politiche per il Sud, «Giorgia Meloni – afferma Peluso- ha chiarito più volte che non verrà mai fatto mancare il necessario sostegno alle famiglie povere e a chi non può lavorare. Per chi può lavorare, bisogna puntare su concrete e definitive opportunità di lavoro, così come abbiamo prospettato nel nostro «Patto per il lavoro e contro la povertà. Contrariamente al Movinento 5 Stelle che, «di notte», firma i decreti, come quello di luglio, che penalizzano molti nuclei familiari, e di giorno, sostiene l’assistenzialismo puro negando ai nostri giovani la dignità del lavoro, la nostra stella polare è il lavoro, stabile, di qualità, ben retribuito che consenta davvero un’esistenza libera e dignitosa» – aggiunge Peluso, che sottolinea: ‘
“Nessuna parte politica più della destra è attenta ai problemi delle fasce deboli, noi siamo la destra sociale sensibile e fattiva a favore dei poveri e dei disagiati, non lasceremo alcuno indietro e punteremo sul lavoro. Nella nostra proposta politica abbiamo previsto la trasformazione, per chi può lavorare, del reddito di cittadinanza in un contratto di formazione e lavoro aziendale e, per questo, abbiamo raccolto la disponibilità di tantissime aziende». Sul Reddito di cittadinanza interviene con una sua proposta Clemente Mastella, segretario nazionale di Noi di Centro. “Un reddito per le casalinghe, anche per gli uomini casalinghi, per evitare la violenza nelle case. Il mio è un partito a chilometro zero, sento l’affanno della gente, è la scuola della Dc di connessione con la gente”, ha detto il sindaco di Benevento che a proposito del Centro ha spiegato:
“Calenda e Renzi non sono in sintonia, il giorno dopo finiranno per litigare. Dopo le elezioni nel centrosinistra si sarà un terremoto incredibile”. Mastella si schiera decisamente contro l’autonomia differenziata. «Confido nel fatto che i meridionali non si lascino incantare dalle sirene dei leghisti e impediscano che si spezzi il filo dello sviluppo del Sud con la riforma dell’autonomia differenziata. Mandare la Lega al Governo con i voti del Sud sarebbe puro tafazzismo, un atto di autolesionismo. I governatori delle grandi regioni del Nord da tempo sono in forcing per far passare l’autonomia differenziata: un assetto istituzionale che minerebbe la solidarietà nazionale e renderebbe strutturale la diseguaglianza. Questo colpo di mano ai danni del Mezzogiorno è stato stigmatizzato dai Vescovi delle aree interne in quello che è stato un vero e proprio Manifesto di Benevento e che non a caso ha suscitato la reazione di un importante leghista del Pirellone.
I meridionali debbono impedire nelle urne che i leghisti istituzionalizzino le diseguaglianze territoriali», sostiene Mastella. A Salerno divampa la polemica tra Azione e Forza Italia. Per il coordinatore regionale di Forza Italia in Campania, Fulvio Martusciello, con i candidati alla Camera dei Deputati, Teresa Formisano e Guido Milanese. L’attacco è diretto nei confronti di Rossella Sessa :«Traditori e trasformisti senza scrupoli. Vale per tutti e per alcuni casi eclatanti come quello di Rossella Sessa, deputata e candidata nella lista di Azione. Come si fa a tradire un morto? Azione a Salerno candida la Sessa che è diventata parlamentare, solo esclusivamente, a causa della prematura scomparsa dell’azzurro Fasano. Uomo coerente ed ancorato nel centrodestra. Sarebbe stato buongusto restare fedeli a quella idea e non infangare la sua memoria. Una lista che ospita questi personaggi è davvero invotabile». “Ai dirigenti di Azione – concludono – chiediamo di ritirare questa candidatura».
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