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Dal 1° aprile partirà la procedura di licenziamento per i 400 lavoratori della Whirlpool di Napoli, dove fino al 31 ottobre si producevano lavatrici di alta gamma. Mentre il governo lavora sottotraccia per salvaguardare occupazione e produzione, l’azienda statunitense tira ancora dritto e, pur assicurando il pagamento degli stipendi di dicembre e della tredicesima, annuncia che dopo la fine del blocco dei licenziamenti volterà definitivamente pagina.
“Non abbiamo nessuna intenzione di riaprire la produzione di lavatrici e Napoli, faremo ricorso alla Cassa Covid per 3 mesi per poi avviare i licenziamenti collettivi”, ha spiegato ieri al tavolo al Mise l’addio Whirlpool Italia, Luigi La Morgia. Il colosso non intende disattendere, almeno apparentemente, i suoi impegni nel nostro Paese: “Nel biennio 2019-2020 abbiamo investito 160 milioni Prevediamo una crescita nel 2021, in particolare a Siena”.
Sindacati, istituzioni locali e governo però sono preoccupati perché Whirlpool lascia Napoli dopo offerte di incentivi, decontribuzione al 30%, contratti di sviluppo, fondi Industria 4.0, garanzie Sace benefici fiscali sotto forma di credito d’imposta e aiuti dagli enti locali con misure a sostegno della per la reindustrializzazione. Il sospetto è che quanto accaduto in Campania si possa ripetere e per questo motivo il Mise avverte: “Vogliamo avere dall’azienda tutti i chiarimenti necessari e avere un quadro di ciò che Whirlpool vorrà fare da qui ai prossimi mesi”.
La sottosegretaria Alessandra Todde, che segue personalmente il dossier e che ha convocato un nuovo incontro per lunedì prossimo, parla di “moltissime dichiarazioni d’interesse” per il sito e spiega che il Ministero dello Sviluppo economico “lavora da mesi, confrontandosi con tutti gli attori coinvolti, per presentare un piano che mantenga a Napoli l’attività produttiva e chiaramente il perimetro occupazionale”.
Le parti sociali continuano a loro mobilitazione e se la Fiom spiega come secondo l’accordo del 25 ottobre del 2018 tuttora in vigore “non si possono aprire procedure di licenziamento”, la Uilm avvisa il governo: “Il divieto di licenziamenti ci farà guadagnare del tempo che non deve assolutamente essere sprecato, bensì investito per dare finalmente una risposta ai lavoratori della fabbrica di lavatrici Napoli e per fornire un quadro di maggiore certezze per tutti i lavoratori di Whirlpool in Italia”.
La situazione è paradossale, perché l’azienda ha confermato un trend positivo dei volumi produttivi, previsioni di crescita e solo due anni fa ha appena confermato un piano di investimenti di 250 milioni. Che però non include Napoli: la fiammella della speranza per i 400 operai specializzati (500 con l’indotto) è ancora fioca, anche se da Via Molise il mantra è granitico: “Non soffriamo di ‘annuncite’, lavoriamo silenti e a testa bassa per presentare un progetto concreto con cui rilanciare il sito napoletano”. Basterà?
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