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Omicidio nel Napoletano: l’Acli Beni Culturali lancia un appello per fermare la spirale di violenza. Il grido d’allarme del presidente Pasquale Gallifuoco.
SAN SEBASTIANO AL VESUVIO (NAPOLI) – L’omicidio di Santo Romano, giovane ucciso a San Sebastiano al Vesuvio, scuote profondamente la comunità napoletana e risveglia sentimenti di rabbia e frustrazione tra chi invoca maggiore sicurezza e interventi rapidi da parte delle istituzioni. In prima linea nelle denunce e nelle richieste di intervento si posiziona Pasquale Gallifuoco, presidente delle Acli Beni Culturali Napoli, che si esprime con parole chiare e senza mezzi termini: «Non è difficile per noi biasimare l’inadeguatezza dell’intervento del governo riguardo l’ordine pubblico nella nostra città, considerate le numerose denuncia sollevata da più parti sulla questione».
Gallifuoco non si limita alla denuncia, ma individua precise responsabilità e propone azioni che vadano oltre la gestione emergenziale della sicurezza. «È giunto il momento di prendere decisioni rapide e di recuperare immediatamente la consapevolezza che non possiamo più andare avanti in questo modo», ha dichiarato, criticando apertamente il governo per la scarsa attenzione alle continue istanze locali in merito alla sicurezza e all’ordine pubblico.
Con profondo rammarico, Gallifuoco descrive Napoli come una città “abbandonata a se stessa”, dove migliaia di visitatori e residenti vivono quotidianamente in una situazione di precarietà e mancanza di sicurezza, aggravata da una cronica carenza di organico nelle forze dell’ordine.
Il presidente dell’associazione solleva inoltre il tema della distribuzione delle responsabilità, evidenziando la necessità di un cambiamento di rotta che coinvolga sia le forze dell’ordine sia il tessuto sociale della città: «È necessario dividere le responsabilità tra chi è incaricato delle azioni di controllo e deterrenza e chi è responsabile della costruzione di quel tessuto connettivo che, attraverso dialogo e interazione tra operatori dell’ordine pubblico e cittadini corresponsabili, possa creare un circuito virtuoso».
CRITICHE AI PROGETTI DI PREVENZIONE
Gallifuoco lancia anche una pesante critica ai programmi di prevenzione e recupero per i soggetti a rischio, definendoli strumenti di clientelismo senza reale impatto sociale. «Abbiamo sempre denunciato che i progetti di prevenzione e recupero dei soggetti più a rischio erano spesso finalizzati a creare canali di clientelismo fini a se stessi» spiega, sottolineando come tali progetti raramente abbiano avuto una valutazione approfondita sui fenomeni di devianza e sulle modalità per un effettivo reinserimento civico e sociale.
La vastità e la complessità della città metropolitana di Napoli, che abbraccia territori fino a Caserta e Pompei con oltre tre milioni di cittadini in movimento, rendono inadeguate le procedure e i percorsi attuali. «Questa città così complessa, dai confini così vasti, non può essere governata con procedure e percorsi mai ben definiti e non adattati alla particolare realtà», sostiene Gallifuoco, richiedendo un approccio specifico e competente.
UNA MANIFESTAZIONE IN PIAZZA PER LA SICUREZZA CITTADINA
Per il prossimo 9 novembre, l’Acli Beni Culturali Napoli ha annunciato una manifestazione in Piazza Cavour, un momento simbolico che punta a richiamare l’attenzione delle istituzioni e a chiedere maggiore sicurezza. Gallifuoco sottolinea l’importanza di estendere queste iniziative anche alle periferie, territori particolarmente vulnerabili e spesso trascurati dalle politiche pubbliche: «Vogliamo che questa esperienza si replichi in tutte le realtà della città, in particolar modo nelle zone periferiche».
ACLI BENI CULTURALI: APPELLO ALLE ISTITUZIONI E AL TERZO SETTORE
Il presidente Pasquale Gallifuoco non risparmia le critiche: «Dopo la passerella dell’Esecutivo a Caivano, trascorso il tempo necessario, si può valutare il limite dell’operazione», afferma, evidenziando l’assenza di “presenze importanti” nel territorio e alimentando una preoccupazione diffusa. «Il prefetto prenda atto che non vi è più tempo per tentare di interrompere questa spirale di violenza», prosegue, chiedendo interventi rapidi e concreti. Con un appello rivolto ai soggetti più attivi della città, come il terzo settore e la Chiesa, Gallifuoco auspica che le forze civiche locali possano contribuire al miglioramento della sicurezza e della coesione sociale, attraverso una collaborazione concreta con le istituzioni.
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