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Movida Napoli, il giudice dà ragione ai residenti e ordina misure anti-rumore. Sia i gestori dei locali sia il Comune dovranno attuare misure concrete per garantire il diritto al riposo degli abitanti.
NAPOLI – Il tribunale civile si schiera dalla parte dei residenti di Cisterna dell’Olio, mettendo un freno definitivo al caos notturno della movida. Il verdetto è chiaro: le emissioni sonore devono rientrare nei limiti della tollerabilità. Con una sentenza destinata a fare giurisprudenza, il giudice ha imposto sia ai gestori dei locali sia al Comune di Napoli l’adozione di misure concrete per ridurre l’inquinamento acustico notturno. Pena: pesanti sanzioni economiche.
Movida Napoli, il giudice dà ragione ai residenti e ordina misure anti-rumore
La decisione arriva dopo anni di proteste da parte dei cittadini esasperati, costretti a convivere con schiamazzi, musica ad alto volume e il viavai continuo di avventori fino a tarda notte. A sostegno del ricorso dei residenti, una perizia tecnica ha evidenziato una “situazione di pericolo di danno grave e prossimo”, spingendo il tribunale a ordinare interventi immediati. Sia i gestori dei locali sia il Comune dovranno attuare misure concrete per garantire il diritto al riposo degli abitanti.
Le misure imposte ai locali e al Comune
I locali dovranno:
- impiegare vigilanza privata per contenere i comportamenti più rumorosi dei clienti;
- installare supporti antirumore sotto tavoli e sedie per ridurre il frastuono;
- vietare la vendita e la movimentazione di bottiglie di vetro dopo le 23.
Al Comune di Napoli, invece, spetta il compito di garantire che le emissioni sonore rientrino nei limiti della normale tollerabilità, adottando tutte le misure necessarie. Se entro 30 giorni non verranno adottate le misure previste, ogni locale incriminato dovrà pagare una multa di 500 euro al giorno. Un deterrente che mira a garantire l’effettiva applicazione della sentenza.
Un precedente importante per Napoli
Gennaro Esposito, presidente del comitato vivibilità cittadina, ha accolto la sentenza come una svolta epocale dichiarando all’Ansa: «Una vittoria che per noi costituisce anche un valido precedente per rispondere alle decine di segnalazioni che ci giungono da residenti di molti quartieri cittadini che poco volentieri intentano percorsi legali contro i gestori di locali. Qui il giudice ha deciso che il diritto a notti silenziose prevale sul libero commercio e che nel decidere qual è il giusto equilibrio tra i due nessuna amministrazione può prescindere dalla missione primaria di proteggere la salute pubblica».
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