2 minuti per la lettura
I carabinieri hanno sequestrato, su disposizione del gip di Napoli l’impianto di gestione dei rifiuti di Caivano per una presunta attività illecita legata allo smaltimento
AVERSA (NAPOLI) – I Carabinieri di Napoli hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo, emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Napoli Nord, su richiesta della Procura, nei confronti di una società operante a Caivano che si occupa della gestione dei rifiuti provenienti dalla raccolta differenziata (plastica, carta e cartone) di 75 Comuni tra le Province di Napoli, Caserta e Salerno. Il legale rappresentante della società è ritenuto responsabile di scarico abusivo di reflui industriali) e gestione illecita di rifiuti.
La società opera, su un’area di 40.000mq, per il recupero di carta e cartone e trasformazione in Materia Prima Seconda (MPS), o “End of Waste”. Gli altri rifiuti ricevuti, per lo più plastiche, sono confezionati in balle per il recupero in altri impianti. La parte non recuperabile è avviata a smaltimento.
Le indagini – dirette dalla Procura e delegate ai Carabinieri del NOE di Napoli, unitamente all’Arpa Campania – avrebbero consentito di accertare che l’attività di gestione dei rifiuti provenienti dalla raccolta differenziata, da parte dell’azienda, avveniva in difformità dell’atto autorizzativo, dichiarando come recuperati rifiuti che in realtà non lo erano. Rifiuti, dunque, immessi illegalmente nel circuito delle MPS (materie prime seconde), in assenza dei requisiti di legge previsti.
In particolare gli inquirenti hanno accertato che quanto classificato dall’azienda quale “End of Waste” non poteva essere inquadrato tra i prodotti destinati al reimpiego. Ciò in quanto privi delle caratteristiche merceologiche richieste e ricchi di numerose impurità. Tali rifiuti erano, peraltro, stoccati all’esterno dei piazzali in assenza di adeguate coperture. Pertanto, esposti al dilavamento prodotto dagli agenti atmosferici, con produzione di percolati non controllati, confluenti direttamente nelle fognature.
Le anomalie riguarderebbero anche le acque reflue. Ciò laddove si è rilevato che le stesse, attraverso apposite tubature e pozzi scolmatori non autorizzati, by-passavano l’impianto di trattamento depurativo chimico-fisico-biologico, confluendo direttamente nel collettore della zona ASI in assenza del previsto processo depurativo.
Nello specifico, i Carabinieri del NOE, attraverso l’uso del tracciante colorato, accertavano che il reale percorso dei reflui industriali, immessi in fognatura senza il dovuto e previsto trattamento e dunque con presenza di sostanze inquinanti, era totalmente difforme da quanto contenuto nell’atto autorizzativo della Regione Campania.
I reiterati controlli della Polizia Giudiziaria e dell’ARPA Campania, hanno consentito di documentare l’illecita gestione delle acque reflue e dei rifiuti. Pratica utilizzata, secondo l’accusa, al fine di risparmiare sui costi di gestione dei rifiuti e di depurazione dei reflui industriali. Una situazione che avrebbe potuto provocare, se reiterata nel tempo, un grave inquinamento del suolo, delle acque superficiali e delle acque sotterranee.
Il GIP di Napoli Nord ha nominato un amministratore giudiziario per la gestione della società. L’attività è finalizzata ad assicurare il rispetto delle prescrizioni individuate dagli organi tecnici per ricondurre l’attività dell’azienda nella legalità.
TI potrebbe interessare
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA