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Ischia merita rispetto. Rispetto per le vittime, rispetto gli sfollati. Rispetto per una comunità ferita per l’ennesima volta. Ferita, soprattutto, da chi questa terra fragile non l’ha curata quando andava fatto. Da chi non ha messo in guardia quando avrebbe dovuto, da chi ha lasciato inascoltati gli allarmi. M
a una cosa va sottolineata: le vite spezzate a Ischia, Sarno, Quindici, Catania, Crotone e tutte le terre del Sud colpite da catastrofi naturali, sono e restano figlie di un dio minore.
O non si spiegherebbe perché in un Paese dove 1,3 milioni di cittadini sono a “rischio frane” e 6,8 milioni sono a “rischio alluvioni” (dati Ispra 2021), anche i fondi per la prevenzione dal rischio idrogeologico sono ripartiti con alla mano il solito manuale sul divario tra Nord e Sud. Si va dai 77 milioni stanziati nel 2020 per la Liguria, ai 5,6 milioni per la Campania.
O dai 47 milioni messi a disposizione in quello stesso anno per la Toscana, ai 576mila per la Calabria. Grandi opere al Nord, pochi spiccioli per mettere qualche pezza al Sud, dove l’attenzione è dirottata esclusivamente sull’abusivismo edilizio, che è solo una delle concause.
La vera causa è l’assenza di grandi opere di prevenzione. Se vogliamo mostrare rispetto per chi ha pagato tragedie come quella di Casamicciola, investiamo perché non accada più. Non parliamo del problema, risolviamolo. A Ischia come altrove. Perché un bambino nato a Ischia, Sarno o Crotone possa crescere sapendo di avere la stessa dignità di un suo coetaneo nato in qualunque altro angolo del Paese in cui vive.
Piernicola Pedicini, europarlamentare Gruppo Greens/Efa
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