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Ottenere una riduzione delle perdite nelle reti di distribuzione dell’acqua potabile, aumentare la resilienza al cambiamento climatico, rafforzare la digitalizzazione ed il monitoraggio da remoto così da avere un quadro sempre aggiornato delle criticità per una gestione ottimale della risorsa idrica. Questi gli obiettivi da realizzare con massicci interventi di risanamento di reti, non più oggetto di manutenzione dai tempi della Cassa del Mezzogiorno, la cui obsolescenza è tra le principali cause della dispersione della risorsa idrica che in Campania è del 50%. Nella seduta di mercoledì 26 ottobre, il Comitato esecutivodell’Eic, nell’ambito dell’avviso pubblico del ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile, ha deliberato la trasmissione al ministero di 7 progetti di altrettanti gestori del Servizio Idrico Integrato da finanziare con risorse a valere sul Pnrr per un totale di oltre 170 milioni di investimenti. Opere individuate dai gestori del Servizio Idrico Integrato della Campania (ABC per il Distretto Napoli Città, Asis, Ausino, Consac Spa, Salerno Sistemi per il Distretto Sele, Idrico Terra di Lavoro per il Distretto Caserta e AQP) che hanno ottenuto l’affidamento conforme alla normativa nei rispettivi distretti di competenza. «Abbiamo tenuto fede all’im – pegno assunto a maggio e can – didiamo oggi i progetti di quei gestori, in primis ABC, che hanno ottenuto di recente l’af – fidamento conforme alla norma nei distretti di competenza – ha specificato al termine della seduta il presidente Luca Mascolo -. Questi interventi rivestono una importanza strategica per il miglioramento del servizio idrico integrato della Campania in termini di qualità ed efficienza. Il risanamento delle reti idriche rappresenta per noi una priorità alla luce della crisi climatica e per contrastare efficacemente il non più tollerabile spreco di risorsa ». Il Piano d’Ambito Regionale, approvato in maniera definitiva nel dicembre 2021, prevede un significativo fabbisogno di investimenti nei Distretti Idrici della Campania ed evidenzia come sia indispensabile fare ricorso a risorse extra-tariffarie per adeguare i territori agli standard previsti dalla normativa in maniera omogenea. “Adesso la palla passa al Ministero che dovrà valutare i progetti ed assegnare le risorse – ha aggiunto il numero uno dell’Eic -. In ogni caso siamo consapevoli della necessità di individuare ogni forma di finanziamento per evitare, quanto più è possibile, di incidere sui bilanci dei cittadini e delle famiglie già messe a dura prova dalla difficile congiuntura internazionale”. Per avere un’idea della gravità del problema basti pensare che solo nell’area del distretto Sarnese-Vesuviano ogni due litri d’acqua che scorrono negli acquedotti uno va perso. E in alcuni tratti (nei territori di 11 comuni) se ne perdono addirittura due su tre. Già alcuni anni fa fu lanciato quello venne chiamato “piano Marshall delle acque”, ovvero la creazione di una rete a tecnologia digitale (con sensori a terra e rilevazioni da satellite) in grado segnalare le perdite in tempo reale e così permettere la sostituzione di condotte (e anche individuare i sempre troppi allacci abusivi). L’obiettivo – rilanciato lo scorso luglio – è recuperare 47 milioni di metri cubi che ora vanno dispersi, su un totale di poco meno di 100 milioni, grazie alla digitalizzazione dei 2.200 chilometri di condotte. E dunque passare dalla dispersione attuale, un micidiale 49%, a un meno disastroso 34%

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