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I tre container erano diretti in Burkina Faso e avrebbero dovuto contenere pneumatici usati, indumenti tessili e generi alimentari. Ma quando sono stati intercettati dai funzionari dell’Ufficio delle Dogane di Napoli 1 nell’ambito di una operazione anti-frode condotta dai funzionari dell’amministrazione dei Monopoli in servizio nello scalo partenopeo, si sono subito accorti che c’era qualcosa di strano. Gli accurati controlli radiogeni – eseguiti con l’impianto ad alta risoluzione in dotazione all’Adm e gli approfonditi riscontri fisici sui carichi, infatti, hanno consentito di sventare un considerevole traffico illecito di rifiuti in Africa. Abilmente occultati tra pneumatici e ruote complete di cerchioni, ammassati ricorrendo alla abituale tecnica del “triplaggio” e del “quintuplicaggio”, che peraltro ne causa la deformazione e l’alterazione permanente con conseguenti rischi per la sicurezza stradale, sono stati rinvenuti centinaia di ammortizzatori per auto e camere d’aria con danni tali da renderne impossibile il reimpiego. E ancora: elettrodomestici, generatori elettrici, utensili elettrici per lavori di falegnameria, in pessimo stato di conservazione e privi dei requisiti prescritti dalle vigenti disposizioni in materia di Aee. E oltre 160 colli di indumenti, calzature e borse non igienizzati, tutti non dichiarati per l’esportazione. In totale, il carico intercettato è risultato pari ad oltre 60 tonnellate. I rifiuti sono stati sottoposti a sequestro e i responsabili delle spedizioni sono stati denunciati all’autorità giudiziaria. Il porto di Napoli, con il suo gigantesco volume di traffico di merci, torna di nuovo in primo piano per quella che è un’emergenza mondiale: il traffico di rifiuti. Sempre ieri e sempre nello scalo portuale partenopeo, si è è registrata un’altra operazione di notevole impatto. Gli uomini della Guardia di Finanza e dell’Agenzia dogane e monopoli hanno trovato un carico da ben 88 chilogrammi di cocaina purissima nascosto nella “presa a mare” di una nave-container battente bandiera di Panama, che era ormeggiata per manutenzione. La droga era (77 panetti e due bottiglie) era stata occultata a circa 8 metri di profondità in una delle “porte” dello scafo utilizzate per garantire il raffreddamento dei motori.
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