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File di pazienti, malati in barella parcheggiati in attesa del proprio turno, medici allo stremo che firmano un ‘preavvisò di dimissioni. Da settimane il pronto soccorso dell’ospedale Cardarelli, il più importante della Campania, è alle prese con una crisi legata alla superaffluenza – in media 180-200 ingressi al giorno – e all’inadeguatezza dell’organico. Ora 25 dei 43 medici del reparto, sostenuti dalla Cgil, minacciano di andarsene: e il direttore generale del Cardarelli, Giuseppe Longo, giudica «corretto» il loro grido d’allarme. Le cause dell’emergenza sono molteplici. I napoletani si ‘fidanò tradizionalmente del Cardarelli, e tendono a disertare i pronto soccorso di altri ospedali. La medicina territoriale non fa abbastanza filtro.
Come ricorda Longo, fino a oggi il Cardarelli ha pubblicato dieci bandi tra avvisi e concorsi per reclutare personale, «ma molti vanno deserti qui come in tutta Italia. I pronto soccorso sono infatti reparti da cui gli operatori fuggono come sottolinea anche l’allarme nazionale lanciato dalla Società Italiana di Medicina d’Urgenza. Per il Cardarelli lunedì prossimo termina la selezione per la partecipazione all’ultimo bando e speriamo vada diversamente. Intanto cercheremo di dare maggiore aiuto al pronto soccorso, fermo restando che l’azienda usa già tutto il personale anche di altre unità come rinforzo». Giuseppe Visone della Cgil Sanità è in prima linea al fianco dei medici. «Viviamo in una pandemia e dobbiamo far funzionare al meglio le strutture. Ma sappiamo anche che bisogna cambiare un modello culturale della sanità: il pronto soccorso e gli altri reparti dell’ospedale devono lavorare insieme».
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