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NAPOLI – È finito agli arresti domiciliari con l’accusa di omicidio colposo per aver prescritto ‘cure alternative’ a un paziente positivo al covid che poi è deceduto. La polizia di Catanzaro ha arrestato Roberto Petrella, medico ginecologo di Teramo, sospeso dall’ordine dei medici già dal 2019, con provvedimento di radiazione non ancora definitivo. Petrella, convinto no vax, secondo le indagini, avrebbe causato la morte di un paziente, residente in Campania e seguito al telefono, già affetto da numerose patologie pregresse, deceduto per infarto del miocardio.
Secondo gli inquirenti, Petrella avrebbe prescritto al paziente di curarsi attraverso un preparato a base di funghi. La polizia Catanzaro ha arrestato il medico no vax, sulla base di una ordinanza di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari, emessa dal giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Catanzaro, su richiesta della Procura della Repubblica di Catanzaro. L’uomo è un convinto no vax che, su Facebook, non aveva mai nascosto le sue posizioni. In alcuni video postati sulla sua pagina – l’ultimo del 19 gennaio – consigliava di curare con i funghi malattie come la bronchite.
Il covid? “Una parola che nemmeno esiste – dice – esiste al massimo l’influenza”. E ancora, i vaccini? “Nascono dalla miopia delle persone, ma non sono utili. Non servono”. “Proclami antiscientifici”, così come definiti da investigatori e pm, “diffusi dal suo profilo social, con ampio seguito”. L’indagine della Digos ha preso avvio dalle intercettazioni dell’utenza del medico, nell’ambito di un altro procedimento instaurato a suo carico presso la Procura di Catanzaro.
L’ipotesi è che il ginecologo non abbia effettuato una corretta diagnosi e non abbia apprestato il necessario trattamento terapeutico su un paziente con gravissime e molteplici patologie pregresse (cardiopatia con acuzie di infarto nel 2007, ipertensione, ipercolerestolemia, diabete, problemi di prostata), poi deceduto per un infarto del miocardio, e lo abbia ‘curato’ con pratiche non riconosciute dalla scienza medica, procrastinando il ricovero ospedaliero e impedendo l’attivazione di idonee terapie salvavita.
Per il gip, la condotta del medico non sarebbe occasionale: in più occasioni avrebbe sollecitato cure alternative alla medicina ‘ordinaria’, prive di validità scientifica, anche in relazione a una paziente affetta da covid-19. Il procedimento è attualmente nella fase delle indagini preliminari.
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