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Presentavano falsi progetti di risparmio energetico per ottenere certificati e quindi contributi provenienti direttamente dalle bollette degli utenti, poi riciclavano i proventi in criptovalute o immobili oppure ancora in paradisi fiscali. L’organizzazione, con ramificazioni in Piemonte, Puglia, Campania e in Germania, è stata sgominata dalla guardia di finanza di Aosta. Ribattezzata «Carta Bianca», l’operazione ha portato all’arresto di 22 persone (17 in Italia e cinque eseguiti dalla polizia di Duisburg) e al sequestro di 41 milioni di euro.
Oltre 100 gli indagati. Le accuse sono di associazione a delinquere, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e riciclaggio. I fatti contestati risalgono al periodo 2016- 2020. L’inchiesta è partita nel luglio del 2019 da un magazzino di Saint-Christophe, alle porte di Aosta. Al centro della truffa ci sono i cosiddetti “certificati bianchi”: le aziende distributrici di energia elettrica e gas con più di 50.000 clienti finali hanno l’obbligo di conseguire annualmente determinati obiettivi di risparmio energetico e possono assolvere al proprio obbligo realizzando progetti di efficienza energetica che diano diritto ai “certificati bianchi », oppure acquistando gli stessi certificati dalle Energy Service Company (E.S.Co.).
Il Gestore dei servizi energetici (Gse), a partecipazione pubblica, riconosce sia alle aziende distributrici sia alle E.S.Co. un controvalore in certificati in misura corrispondente al risparmio di energia derivante dagli interventi realizzati. In Valle d’Aosta i finanzieri hanno scoperto la prima delle otto E.S.Co. fantasma: priva di struttura operativa e amministrata da un prestanome, è riuscita ad ottenere indebitamente, a fronte di 26 falsi progetti presentati al Gse, circa 27.000 «certificati bianchi», rivenduti a un controvalore di poco superiore a 8 milioni di euro.».
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