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Condannati per il reato di associazione di tipo mafioso, hanno chiesto il reddito di cittadinanza autocertificando i requisiti richiesti e dichiarando quindi il falso. Contro questi soggetti oltre 500 agenti del Comando provinciale della Guardia di finanza di Napoli stanno eseguendo, in diversi quartieri del capoluogo campano, perquisizioni e sequestri per oltre un milione di euro.
Il blitz delle Fiamme gialle, coordinate dalle Procure della Repubblica di Napoli, Napoli Nord, Nola e Torre Annunziata, è scattato in molte zone della città e dell’area metropolitana. «Non si tratta dei furbetti del reddito di cittadinanza – mette subito in chiaro il generale Gabriele Failla, comandante Provinciale della Guardia di Finanza di Napoli – ma di soggetti condannati per gravi delitti di associazione mafiosa che hanno commesso illeciti presentando autocertificazioni false per ottenere indebitamente i benefici».
Un intervento che ha coinvolto quattro Procure – Napoli, Napoli Nord, Nola e Torre Annunziata – con un fitto scambio di informazioni tra l’Inps e la Guardia di Finanza. Sono stati gli uomini del Comando provinciale di Napoli ad eseguire le 120 perquisizioni nei confronti dei camorristi e il sequestro preventivo delle somme ricevute dagli indagati nonché delle carte prepagate, utilizzate per l’erogazione del beneficio.
Sullo sfondo il commento del consigliere regionale dei Verdi della Campania, Francesco Emilio Borrelli: Vanno fatte delle modifiche a determinate leggi per impedire che i boss, i camorristi ed i loro parenti possano avere sussidi dallo Stato. A queste persone vanno sequestrati i beni e non darne degli altri», ha proseguito Borrelli.
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