1 minuto per la lettura
«Chiediamo che venga fatta giustizia per Pasquale e per tutti noi, vogliamo che tutti si uniscano al nostro grido di dolore perché non è giusto che chi compie il proprio lavoro, chi scende in strada per far rispettare la legge e proteggere i cittadini venga ammazzato, non è giusto che una moglie e dei figli attendano invano il rientro a casa del marito e del padre.
Ci aspettiamo per quei criminali delle pene certe e dure, solo così tragedie simili si potranno evitare ad altre famiglie». A parlare è Emilia Riccio, cugina dell’agente Pasquale Apicella, morto il 27 aprile a Napoli nel tentativo di fermare una banda di rom che aveva tentato di scassinare uno sportello bancomat. Ieri ha preso il via il processo nei confronti dei tre rom accusati di omicidio.
“Tutta Napoli, e non solo, – ricorda il consigliere regionale di Europa Verde Francesco Emilio Borrelli a cui i familiari di Apicella si sono rivolti per lanciare il loro appello di giustizia – pianse il poliziotto eroe, ora che sono trascorsi diversi mesi da quel tragico evento non bisogna dimenticare Lino ed abbandonare la sua famiglia, dobbiamo sostenerli più che mai, bisogna chiedere giustizia, i colpevoli dovranno pagare duramente le loro colpe.
Solo attraverso condanne esemplari sarà fatta giustizia per Apicella e per tutti quegli agenti caduti sul campo o che ogni giorno mettono a repentaglio la propria incolumità per difenderci dal crimine. Peccato che per Apicella come per tante vittime della criminalità e persone morte per rendere migliore la nostra città non sia stato realizzato nessun murale mentre per i criminali e i delinquenti ce ne sono tanti».
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA