3 minuti per la lettura
Avrebbe compiuto 18 anni a dicembre il rapinatore rimasto ucciso dal colpo di pistola di un poliziotto all’alba di ieri a Napoli. Luigi C., nato ai Quartieri Spagnoli, ma trasferitosi nel quartiere Forcella, aveva già qualche precedente per droga e maltrattamenti in famiglia. Il padre è agli arresti domiciliari.
Poco prima delle 4.30, insieme ad un complice di qualche mese più grande, a bordo di uno scooter rubato, ha puntato tre ragazzi fermi a parlare in un’auto in via Duomo. Armato di una pistola- giocattolo – ma questo si è capito dopo – è entrato nell’abitacolo minacciando i tre.
Secondo la stringata ricostruzione della Polizia, durante le fasi della rapina è sopraggiunta una pattuglia di «falchi», agenti utilizzati per la prevenzione di rapine e scippi, in abiti borghesi e su un ‘ auto-civetta. I poliziotti hanno sparato, ed il 17 enne è morto. Prima dell’arrivo dei soccorsi.
Il complice si è arreso subito. E’ figlio di Gennaro De Tommaso, detto «Genny ‘a carogna», diventato famoso durante la finale di Coppa Italia Napoli-Fiorentina. del 3 maggio 2014. , per aver «trattato» a cavalcioni di una balaustra con le forze dell’ordine dopo i disordini per l’uccisione del tifoso del Napoli Ciro Esposito.
Gennaro Di Tommaso, condannato per traffico di droga, è diventato collaboratore di giustizia dal marzo 2019. Il poliziotto che ha sparato al rapinatore 17enne per ora non è indagato. Domani dovrebbe essere ascoltato dal pm della Procura di Napoli Claudio Basso per ricostruire le fasi dell’accaduto e nel caso capire se ci sono responsabilità oggettive. Il complice del giovane rapinatore morto, che è stato arrestato, sarà interrogato ma – secondo quanto si è appreso – potrebbe avvalersi della facoltà di non rispondere.
In via Duomo la Scientifica ha compiuto esami balistici e ricerche di bossoli per ricostruire la dinamica dell’accaduto. A caldo si era parlato di un conflitto a fuoco tra poliziotti e rapinatori, ma successivamente è stato accertato che giovani i rapinatori avrebbero avuto solo una pistola-giocattolo. La morte del 17 enne richiama quella di Ugo Russo, 15 anni, ucciso il 1 marzo scorso in via Generale Orsini, a Santa Lucia, da un carabiniere fuori servizio al quale aveva tentato – anche lui con una pistola finta – di rapinare il Rolex.
Il Questore di Napoli, Alessandro Giuliano, ha trasmesso «la vicinanza ed il sostegno» del Capo della Polizia Franco Gabrielli ai poliziotti «chiamati, rischiando la vita, ad affrontare un contesto criminale diffuso ed estremamente pericoloso». Il sindacato Uil-Sicurezza chiede «misure straordinarie» per Napoli e chiede «tutela» per le forze di Polizia. Anche FSPPolizia esprime solidarietà ai colleghi, «che rischiano la vita per quattro spiccioli », ma riconosce che la morte del 17 enne Luigi C. è «un lutto atroce» ed «un fallimento della società».
Un ritratto diverso del ragazzo lo traccia un padre salesiano che lo aveva tenuto in Comunità fino a luglio a Torre Annunziata, Don Antonio Carbone. «Luigi non era solo un ragazzo che alle 4 di notte ha tentato una rapina impugnando una pistola Lo ricordo quando con tanto sacrificio volle imparare il mestiere del pizzaiolo, lo ricordo quando durante i mesi di lockdown tre giorni a settimana, insieme ad altri ragazzi, preparava le pizze da portare alle famiglie disagiate. L’ ultimo incontro con il ragazzo – aggiunge il salesiano – 10 giorni fa, dove mi diceva con sguardo poco convinto: “don Antò, tutto bene”.
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA