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NAPOLI – Si è alzato in piena notte, è entrato nella camera da letto dei figli disabili e ha sparato due colpi di pistola contro ognuno di loro. Il fratello minore, 47 anni, affetto da un grave handicap mentale, è stato raggiunto alla testa ed è morto sul colpo. L’altro, di 51 anni, ha riportato solo ferite al braccio e non è in pericolo di vita.
Il loro anziano padre, Giuseppe P., 88 anni, subito dopo ha chiamato il 118: «Venite, ho ammazzato i miei figli», ha detto al telefono convinto che fossero morti entrambi. Una tragedia della disperazione che ha scosso il quartiere Soccavo, alla periferia occidentale di Napoli, dove la famiglia era conosciuta e stimata anche per la dedizione che da mezzo secolo assorbiva la vita dei due genitori nelle cure dei figli.
Il più grande è affetto da problemi lievi, che non gli impedivano di svolgere lavoretti – ad esempio consegne per bar e fiorai – ma gli creavano comunque difficoltà; il fratello minore necessitava invece di assistenza continua. Giuseppe, oggi in pensione dopo una vita come lavoratore portuale, e la moglie, 77 anni, «avevano investito tutte le loro energie personali ed economiche affinché ai due figli non mancasse mai nulla», ricorda una donna residente in via Nicolò Garzilli, dove è avvenuta la tragedia. Il lockdown aveva accresciuto le difficoltà della famiglia, nelle ultime settimane le cose sembravano andare meglio ma Giuseppe covava dentro di sé l’angoscia per il futuro che avrebbe atteso i due figli dopo la sua morte.
La scorsa notte, poco dopo le cinque, si è alzato senza svegliare la moglie, ha preso una pistola illegalmente detenuta – una Magnum 357 con matricola abrasa – ed è entrato nella camera da letto dei figli, per ucciderli nel sonno.
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