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Frigoriferi vuoti e richieste d’aiuto, lunghe file davanti alle poste per il ritiro di pensioni o risparmi e accese proteste nei supermercati, da parte di chi non può più pagare la spesa. Gli effetti collaterali del coronavirus sulle tasche delle famiglie più povere cominciano a farsi sentire soprattutto nel Mezzogiorno, dove aumentano sempre di più gli episodi di disagio per la mancanza di soldi dopo l’inevitabile stop a gran parte dell’economia del Paese. Per questo alcuni Comuni corrono ai ripari con iniziative di sostegno a chi, dopo quasi una ventina di giorni di quarantena, non riesce ad arrivare alla fine del mese: dalla “spesa sospesa” a Napoli ai “buoni acquisti Covid-19” in Sicilia. Casi che spingono spesso anche a gesti di solidarietà estemporanei e urgenti, come quelli nell’hinterland napoletano, dove a Sant’Antimo un 37enne ha chiamato i carabinieri invitandoli a casa per mostrare il frigo vuoto e l’unico pacco di pasta nell’armadietto della cucina. L’uomo, che vive con il padre e la madre anziani, ha confessato di avere sempre avuto lavori saltuari e di essere ora in difficoltà per la chiusura delle attività. I militari hanno donato decine di prodotti alimentari e non. A San Vitaliano, i carabinieri hanno dato cibo e mascherine a una coppia di anziani che li aveva contattati per lo stesso motivo, mentre a Villaricca i militari del’Arma hanno aiutato un uomo senza più un lavoro, che non poteva più mantenere la sua famiglia. Episodi simili anche a l’Aquila, Cremona e in altre città. E si moltiplicano le code davanti ad alcuni uffici postali in diverse città, dove i disagi sono acuiti perché in questi giorni è partito il pagamento delle pensioni, con tante persone anziane in fila. A Napoli dopo il “caffè sospeso” nasce la “spesa sospesa”: l’iniziativa prevede l’adesione di esercizi commerciali e farmacie nei quali è possibile lasciare una somma in denaro da utilizzare per gli acquisti di chi ha bisogno. . L’associazione Avvocati di strada ha invece diffuso un vademecum per chi non ha una casa o vive in strutture che sono aperte solo di notte, “di fatto impossibilitato a rispettare le disposizioni del governo”.

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