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1 minuto per la lettura “Per Ronaldo 400 milioni… Agli operai solo calci nei coglioni”. Così un manifesto affisso sul muro di recinzione dello stabilimento Fca di Pomigliano d’Arco dagli esponenti dei Si Cobas e dai cinque ex operai della stessa fabbrica, il cui licenziamento è stato sentenziato dalla corte di cassazione nelle scorse settimane. Uno degli ex operai indossa una maglia con la foto di un manichino ‘impiccato’ con la testa di Ronaldo e la scritta “400 milioni presi dalle tasche degli operai? No grazie. La faccio finita”. “Noi siamo quelli che ti paghiamo”, si legge ancora sul manifesto “Come tifoso non posso che essere contento dell’acquisto di Ronaldo. Potrebbe rappresentare un’opportunità anche per Torino. Certo che parliamo di compensi economici totalmente fuori misura, e anche immorali, rispetto ad esempio a quanto guadagna un operaio di Fca: circa 1.600 volte in più”. dice Federico Bellono, segretario generale della Fiom torinese.
Dopo i manifesti con cui contestavano l’acquisto di Ronaldo da parte della Juve, attaccati ieri ai cancelli dello stabilimento Fca di Pomigliano d’Arco, i cinque ex operai della fabbrica, il cui licenziamento avvenuto nel 2014 è stato reso definitivo da una sentenza di Cassazione, chiedono un incontro con il calciatore, sottolineando di non avercela con lui.
”Sappiamo che il tuo lavoro è fare il calciatore – scrivono in una missiva scritta insieme ad alcuni operai di altri stabilimenti del gruppo Fca – ma prima del lavoro e dei doveri che questo impone, in ogni uomo c’è prima di tutto la sua dignità. Tieni presente che i soldi che la Juve ti vuole dare, come tutto quello che posseggono i padroni, ha un’unica fonte: il lavoro di noi operai”. Le cinque ex tute blu chiedono all’attaccante portoghese anche una dichiarazione pubblica sulla vicenda.
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