Il procuratore di Reggio Calabria, Federico Cafiero de Raho
2 minuti per la letturaREGGIO CALABRIA – È Giovanni Melillo il nuovo capo della procura di Napoli. Lo stabilito, votando a maggioranza, dopo una lunga discussione il plenum del Csm. L’ex capo di gabinetto del ministro Orlando, poi sostituto pg di Roma, andrà a dirigere la procura più grande d’Italia, con 9 aggiunti e 97 sostituti. Melillo ha prevalso per 14 voti a 9, con due astenuti sul procuratore di Reggio Calabria, Federico Cafiero de Raho.
Giovanni Melillo, nato a Foggia ha 57 anni, è più giovane del suo concorrente Cafiero de Raho, ed è al suo primo incarico di capo di una procura, pur avendo ricoperto a lungo il ruolo di procuratore aggiunto sempre a Napoli. È stato prima pretore poi pm e sostituto alla Dna. Il ministro Orlando nel 2014 l’ha chiamato al ministero, dove per tre anni è stato capo di gabinetto. Di Melillo, nel fascicolo agli atti del Csm, vengono evidenziate le «capacità organizzative» e lo «spirito di collaborazione», «l’intelligenza acuta e la preparazione giuridica anche nel settore internazionale».
A Napoli si è occupato tra le altre cose dell’indagine sui furti di libri antichi alla biblioteca dei Girolamini, caso che ha avuto molta risonanza. Come capo di gabinetto, viene messo in rilievo nella proposta al plenum dei relatori Fracassi e Balducci, il “decisivo contributo» alla riorganizzazione del ministero, con un taglio netto delle posizioni dirigenziali e delle procedure ridondanti, il completamento della riforma della geografia giudiziaria, l’impulso al lavoro sul processo telematico.
Il magistrato è poi tornato in ruolo a marzo, ed è stato poi nominato sostituto procuratore generale di Roma. Melillo è stato in corsa anche per la procura di Milano, ma ritiró la sua candidatura prima del voto del Csm per Francesco Greco.
Il vicepresidente del Csm, Giovanni Legnini, al termine del dibattito in Plenum sulla nomina del procuratore di Napoli: «Il confronto si è svolto in assoluta libertà e senza alcun condizionamento interno ed esterno».
«Si è trattato – ha detto – di una discussione lunga e complessa che ha occupato l’intera giornata e che ha consentito di produrre un confronto approfondito ma corretto anche se a tratti aspro». Ha voluto sottolineare che qualunque fosse il candidato a prevalere, «la Procura più difficile del Paese oggi avrà finalmente un nuovo Capo, certamente autorevole, indipendente e legittimato da un voto consapevole del Plenum del Consiglio», si tratta infatti «di due tra i migliori magistrati requirenti di cui l’Ordine giudiziario dispone».
Quanto al riferimento, nel dibattito, sulle esperienze fuori ruolo, ha ricordato che il Csm si è dotato di regole in proposito, «che consentono di discernere tra quelle che arricchiscono la cultura e le attitudini organizzative e giurisdizionali e quelle che non hanno queste caratteristiche. Non possiamo ogni volta riproporre temi già affrontati» e «che pochi mesi fa abbiamo votato all’unanimità il dottor Gratteri quale Procuratore della Repubblica di Catanzaro e abbiamo fatto benissimo a votarlo».
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