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La guerra dei social è iniziata. Dopo WhatsApp che rispedisce al mittente la richiesta di rendere noti i testi dei messaggi di Tiziana Cantone, ora Facebook impugna l’ordinanza del giudice Monica Marrazzo del tribunale civile di Napoli nord perché ci sono «errori in fatto e in diritto nella decisione». Due, in particolare. L’ordinanza del giudice monocratico Marrazzo era finita sotto i riflettori dopo la morte della 31enne di Mugnano. Era stata depositata il 5 settembre e aveva condannato sia Tiziana Cantone che Facebook al pagamento delle spese processuali: 20mila euro per Tiziana, vittima dei video hot finiti sulla rete, e oltre 3mila euro per Facebook. Tiziana, però, si è tolta la vita qualche giorno dopo la sentenza, impiccandosi con un foulard al collo. Epilogo di un anno di tormenti, scandito da sfottò e gogna sul web divenuti insopportabili per lei. E ora che le indagini per istigazione al suicidio nei confronti della 31enne procedono in maniera spedita (la prossima settimana l’ex fidanzato Sergio Di Palo sarà sentito dai magistrati come persona informata dei fatti), ricomincia una nuova battaglia legale sul piano civile. La Company Facebook rompe il silenzio dopo l’imposizione del giudice che obbligava il colosso della comunicazione via rete a eliminare i profili e i link che riproponevano l’immagine di Tiziana Cantone in pose hot. Il gruppo imprenditoriale delle comunicazioni fondato da Mark Zuckerberg torna all’attacco: «Facebook Ireland vuole rivolgere le proprie condoglianze alla famiglia di Tiziana Cantone», esordisce il ricorso firmato dai legali difensori del social con sede a Menlo Park in California, gli avvocati Micael Montinari, Marco Bellezza, Davide Petris e Maurizio Leopoldo. Preambolo formale. Ma dopo le premesse del caso, lancia l’affondo con una «battaglia di sistema» per garantire la «libertà di internet». «L’ordinanza del giudice Marrazzo contiene alcuni errori – si legge nel ricorso – sia nella disposizione della rimozione, sia con espressioni che suggeriscono il controllo preventivo delle notizie condivise in rete; quest’ultima cosa è impossibile da parte di Facebook Ireland». E questa mattina, nell’aula di udienza del tribunale di Napoli nord ad Aversa, compariranno i quattro legali della Company. Seduti dalla parte opposta, i due avvocati che rappresentano la madre di Tiziana, Mario Orefice e Andrea Imperato, intenzionati a dare battaglia. La madre di Tiziana si opporrà all’impugnazione del reclamante. Su Facebook erano nati i profili non autorizzati di Tiziana Cantone e lei, ne aveva chiesto la rimozione. Ma Facebook mette i puntini sulle «i».
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