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NAPOLI – Legambiente, dopo la campagna con Federfarma, scende in campo e scrive all’Anci e ai sindaci campani per chiedere campagne di informazione e multe per chi getta a terra mascherine e guanti.
I numeri non sono confortanti – spiega una nota – in Campania sono 11.097.699 le mascherine e guanti distribuiti dalla Protezione civile dai primi di marzo ad oggi, oltre 110 mila al giorno. Se si prendono in considerazione le sole mascherine distribuite fino ad oggi, considerando un peso medio di circa 11g per mascherine, sono stati distribuiti oltre 106 tonnellate di materiali con una media giornaliera di 1,1 tonnellate, destinati però, dopo il loro utilizzo a diventare rifiuti.
Numeri che non sono altro che la punta dell’iceberg. Un iceberg – denuncia Legambiente – fatto di guanti e mascherine e destinato ad aumentare esponenzialmente nei prossimi mesi quando questi oggetti diventeranno parte integrante della nostra nuova quotidianità.
«E’ importante – commenta Mariateresa Imparato, presidente Legambiente Campania – imparare a convivere con i nuovi dispositivi di protezione individuale ma è necessario anche imparare a non gettarli dove capita, come spesso succede nelle nostre città. E’ fondamentale che il cittadino diventi altruista nel portare la mascherina, meglio se riutilizzabile, ma anche responsabile nel gettarle nell’indifferenziato in sacchetti resistenti. Ma un ruolo fondamentale spetta agli amministratori che devono predisporre campagne di sensibilizzazione sulle corrette modalità di conferimento dei materiali sanitari e al tempo stesso emanare ordinanze che prevedono multe per chi getta a terra mascherine e guanti. Sono interventi necessarie già oggi, ma ancor di più nei prossimi mesi, dove prevediamo una produzione di scarti di mascherine e guanti notevole». «Basti pensare – conclude Mariateresa Imparato di Legambiente – se solo 5% delle mascherine chirurgiche distribuite dagli inizi di marzo ad oggi, oltre 336 mila, non venisse smaltito correttamente e magari disperso in natura questo si tradurrebbe in ben 1,3 tonnellate di plastica in natura: uno scenario pericoloso che va disinnescato per evitare il rischio di ritrovarci questi materiali pericolosi sulle nostre spiagge, nei nostri mari e nei nostri fiumi».
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