3 minuti per la lettura
NAPOLI – Le Vele sono sempre state il simbolo di Scampia. E Scampia è sempre stato il simbolo della camorra, dello spaccio di droga: del male. Da ieri, forse, qualcosa cambierà. Alle ore 11.17 una ruspa colpisce la Vela Verde, uno dei palazzoni del quartiere di Gomorra. Entro 40 giorni quei 50mila metri cubi andranno giù. E in tanti, da oggi, sperano che ad andare giù, per sempre, sia anche quel male che di Scampia si è impossessato per troppi anni. Quando si sente il primo colpo, qualcuno urla: «Abbattila e ab – batti anche i pregiudizi che ci hanno addossato». Il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, mostra il segno della vittoria e dice: «Scampia batte Gomorra 3-0». I cittadini sui balconi di fronte applaudono. E c’è qualcuno che a vedere la scena si commuove. I cittadini di Scampia questo giorno lo hanno aspettato da anni, da una vita. Nella Vela Verde Giuseppe c’è nato. Ha 32 anni e addosso ha una felpa con la Vela stampata sopra. «Oggi è una giornata storica – dice – Quando la mia famiglia ex terremotata è entrata in questa vela, non c’era l’acqua, non c’era la luce. Oggi è una giornata storica ma soprattutto è solo l’inizio». Già, l’inizio, lo dicono in tanti. Le Vele furono realizzate negli anni ’80, su progetto di Franz di Salvo. Il complesso delle Vele era originariamente composto da 7 edifici (a corpo doppio), collocati su due lotti diversi: il lotto L, che ne accoglieva tre, e il lotto M, sul quale ne furono realizzate quattro. La demolizione delle tre Vele del lotto L (Vele F, G, H) avvenne in tre distinti momenti, con gli abbattimenti del 1997, del 2000 e del 2003. Dal 2003 ad oggi sono 17 gli anni passati e le ultime quattro vele sono ancora lì, almeno fino ad oggi. Diciassette anni durante i quali tanti cittadini non hanno mai mollato, non si sono mai arresi. «Ci sono anche i ricordi belli in queste Vele, c’è la nostra infanzia – dice Omero Benfanti del Comitato Lotta vele di Scampia – Ma da ieri qualcosa cambia, non saremo più considerati i brutti, sporchi e cattivi. In questi anni mentre qualcuno scriveva libri e faceva affari noi abbiamo lottato per cambiare questo quartiere e direi che ci siamo riusciti. Noi non siamo Gomorra e lo dimostreremo». Una lotta che il sindaco di Napoli tira in ballo spesso. Parla di una «una lezione di dignità» arrivata dai cittadini di Scampia per anni «abbandonati al degrado ». Cita Vittorio Passeggio, storico attivista del Comitato e ringrazia i cittadini per non aver mai mollato. «Non è un traguardo, è solo l’inizio», ripete più volte. E parla di quello che arriverà dopo: l’abbatti – mento di altre due Vele, la riqualificazione di una quarta. Saranno realizzati asili nido, nuove residenze, servizi urbani, attrezzature. «I soldi ci sono, mi ha chiamato il ministro Provenzano per assicurarmi i 50 mln di euro richiesti. Ora non ci ferma più nessuno grazie anche ad una bella pagina di collaborazione con diversi Governi – dice il sindaco – e soprattutto nessuno ri – marrà in mezzo ad una strada. Tutti i cittadini saranno sistemati in altre strutture». Ad oggi sono stati trasferiti nei nuovi comparti di edilizia residenziale pubblica più di 800 nuclei familiari. L’ultimo trasferimento ha riguardato gli abitanti della Vela A nei nuovi alloggi (124) realizzati lungo via Gobetti. Circa 50 i milioni di euro con i quali è stato finanziato il progetto, oltre i 50 mln richiesti al Governo. Ci vorrà ancora tanto per abbattere quel che resta di Gomorra. “Ma oggi abbiamo dato il colpo più importante – dice Giulia – oggi potrò dire ai miei figli che la loro vita sarà diversa».
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA