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Per la Industria Italiana autobus, nata dopo la chiusura della Irisbus di Flumeri e la fusione con lo stabilimento della Bredamenarinibus di Bologna sembra che il futuro sia meno roseo rispetto alle aspettative. A distanza di due mesi dalla riapertura ufficiale dello stabilimento in valle Ufita sono stati assunti soltanto pochissimi operai, sulla cassa integrazione non c’è alcuna certezza e men che mai si intravede uno spiraglio sulla possibilità di smaltire commesse per conto della nuova società. Ieri mattina il sindacato ipino ha tenuto l’assemblea con i lavoratori per preparare una posizione unanime da sottoporre all’amministratore delegato della IIA, Stefano Del Rosso, in occasione della sua presenza alla sede irpina della Confindustria, fissata per il giorno 4 marzo 2015. A Del Rosso il sindacato chiederà di rendere chiari il piano industriale ed i tempi per realizzarlo, tenuto presente che, intanto, a Bologna i lavoratori continuano ad essere occupati a pieno regime percependo il salario annuo che in media si aggira sui cinquantamila euro, contro i circa trentamila previsti in Irpinia nella migliore delle ipotesi. La circostanza è stata sottolineata da Giuseppe Zaolino, segretario generale della Fismic di Avellino, che qualche giorno fa ha convocato al centro sociale Samantha della Porta di Avellino i suoi delegati per valutare insieme come muoversi in un momento delicato per le sorti dello stabilimento che è legato al mercato degli autobus, regolato da meccanismi e logiche diversi rispetto a quello delle automobili.
Relativamente alla formazione degli addetti della ex Irisbus, ormai fermi da oltre tre anni, avanza l’idea di Dario Meninno di tenerla negli stabilimenti di Bologna. All’incontro di Flumeri erano presenti tutte le sigle sindacali.
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