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In provincia di Avellino sarà aperta una Rems (residenza esecuzione misura di sicurezza). Cos’è una Rems? Vi starete chiedendo. È una struttura che accoglie persone con disturbi mentali responsabili di reati. Una Rems mette in gioco per la sua importanza tre Ministeri: quelli dell’Interno, della Salute e della Giustizia. Una Rems deve garantire alle persone che vi alloggiano un percorso terapeutico riabilitativo ma con l’esecuzione di una misura di sicurezza. Questa tipologia di struttura è composta da un intreccio molto complesso fatto di giudici, magistratura di sorveglianza, settore penitenziario, igiene mentale ed altre figure ancora. Nessun entusiasmo per posti di lavoro che si creeranno per o.s.a, o.s.s , infermieri ect, perché in questa residenza il personale dovrà essere di alta formazione, specializzata e preparata a stare accanto a persone che hanno perso la loro identità, ma non per questo non capaci di compiere un gesto inconsulto. Era necessaria questa struttura nel nostro territorio? La risposta è no. Allora perché è stata istituita? A volte per capire le vicende del presente bisogna tornare indietro e sfogliare le pagine del passato. Tutto inizia quando l’ultimo direttore dell’Asl di Avellino, ingegnere Sergio Florio, doveva costruire proprio lì a San Nicola Baronia -dove ora sarà aperta la Rems -un’altra struttura ossia una R.s.a (residenza sanitaria assitenziale). Per una semplice residenza assistenziale i fondi necessari li impiega solo l’Asl, per una Rems, invece, si hanno importanti finanziamenti. Florio ha spostato la Rsa prevista in un altro luogo ed ha richiesto all’ex governatore della Campania, Stefano Caldoro di istituire una Rems a San Nicola Baronia in uno stabile dove un tempo c’era la sede di una vecchia Usl, nel pieno centro di un paese. Ecco dove è stato commesso l’errore: proporre in uno stabile centralissimo, un presidio delicato come la Rems. Ma Florio non ha pensato a questa assoluta inopportunità perché in tal modo ha ottenuto le sovvenzioni che risalgono all’incirca ad un milione di euro. Successivamente Florio ha lasciato l’Asl e la questione, errore compreso, è passata in mani di altri. Addentrandoci nella “Psichiatria” va rilevato che con la direzione di Florio questo reparto è stato smantellato. In psichiatria l’obbiettivo primario deve essere il benessere del malato mentale, il trattamento, la competenza degli operatori, la riabilitazione: sono persone affette da disturbi mentali e soprattutto persone. Nella gestione Florio non era questo il centro dell’interesse visto che l’ex direttore ha stabilito la chiusura di quattro strutture che accoglievano malati mentali senza dimenticare la soppressione dell’ospedale di Bisaccia.
Ritornando all’apertura della Rems, dunque, oggi non possiamo di certo assegnare la responsabilità di una tale scelta all’attuale commissario dell’Asl Mario Ferrante, che si è ritrovato con questa patata bollente nelle mani. Ha dovuto eseguire il lavoro già prestabilito con sovvenzioni della Regione destinate solo a quello e lo ha dovuto fare con la pressione e la fretta dettate dalla chiusura degli opg (ospedali psichiatrici giudiziari). Tutte le Rems stanno nascendo ora in Italia per questo motivo.
Il dottor Antonio Acerra che lavora al fianco di Ferrante per l’apertura questa struttura ci dice che “la nostra provincia non ha bisogno di una Rems, perché in Irpinia possiamo dichiarare di avere un gran numero di malati mentali, soggetti con disturbi psichiatrici ma non di certo autori di reati”.
La Rems di San Nicola Baronia, infatti, non servirà solo il nostro territorio, ma un bacino molto più ampio che comprende Benevento e Napoli.
Chi doveva occuparsi di questa faccenda sin da 4 anni fa?
Florio nominò il dottor Emilio Fina direttore del dipartimento di igiene mentale e lo definì una persona di fiducia. Fina non si è preoccupato delle strutture che l’Irpinia richiedeva e richiede ancora oggi ad alta voce, non ha messo in atto in modo efficace e sicuro la costruzione della Rems vedendone meticolosamente tutti i dettagli. Il reparto Psichiatria non è progredito con la sua gestione bensì impoverito. Antonio Acerra, oggi direttore di dipartimento di igiene mentale, si è sempre opposto alle modalità e ai programmi di Florio. Acerra dichiara che “una programmazione come quella precedente ha messo in ginocchio la Psichiatria”.Oggi per questa Rems molti puntano l’indice su Mario Ferrante, l’attuale commissario, il quale in primo luogo ha sollevato Fina dal suo incarico. Per questa Rems era prevista un’apertura nel mese di Marzo 2015 e l’Asl di Avellino si ritrova morosa dal 30 Marzo con la Regione che a sua volta le ha dato un ultimatum. Il commissario dell’Asl, concentrato sullo sviluppo del reparto di Psichiatria, aveva preso sottogamba la questione della Rems. Sono diversi mesi che si lavora su questa struttura a doppia velocità. ‘Sto facendo il meglio – dichiara – per la sicurezza sia all’interno che all’esterno della Rems. Tutte le finestre sono antisfondamento. In genere è prevista una guardia giurata, io ne ho prescritte tre, una per ogni piano. Al piano terra voglio creare un teatro per definire un’area di arteterapia per la riabilitazione mentale’. E conclude: ‘Io ho a cuore sia questi malati che ho visto con i miei occhi sia la popolazione del paese”. Intanto se non consegnasse la Rems alla Regione entro dicembre, il commissario Ferrante con una certa probabilità perderebbe il suo incarico.
Il direttore Acerra ci fa capire un concetto centarale ossia: Florio ha chiuso ciò che serviva per i malati mentali e ha messo una struttura che proprio qui non serviva: inutile. Prima di andare via ha azzerato anche il dipartimento di Igiene Mentale di Avellino, città capoluogo, sempre per interessi politici, in questo caso per appoggiare l’allora consigliere regionale Sergio Nappi. Ecco perché è necessario andare a Monteforte per qualunque cosa. Abbiamo una città senza dipartimento!”
Adesso saranno loro, gli psichiatri Russo ed Acerra, a decidere chi entrerà in futuro nella Rems, verificando i percorsi clinici assistenziali dei soggetti.
Di certo si può comprendere la preoccupazione dei cittadini di San Nicola Baronia, ma non che la Rems sia diventata oggetto di speculazione politica nelle battaglie tra maggioranza e minoranza del comune. Speculare su questo, per propri interessi politici, è dare uno schiaffo ai diritti dei malati e di tutti.
Comunque si sa: un lavoro che andava svolto in 4 anni, svolto in un solo anno non può avere gli stessi risultati.
La nostra richiesta a tutta l’equipe che seguirà questa struttura – l’abbiamo vista, è elegante come un albergo – è prevenire qualsiasi rischio per i cittadini. E’ di fondamentale importanza. La Rems deve essere sicura per le persone all’interno e per la popolazione all’esterno. Non aspettiamo ‘il caso” ma prevediamo e preveniamo.

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