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Il prefetto di Napoli, Gerarda Pantalone, annulla d’ufficio l’atto di nascita del bimbo con due madri trascritto nel registro dello Stato civile lo scorso 30 settembre. Una decisione contro la quale l’Amministrazione Comunale guidata da Luigi de Magistris ricorrerà al Tar Campania. Il provvedimento della prefettura è arrivato in assenza dell’intervento del sindaco al quale il prefetto, lo scorso 28 ottobre, aveva inviato una diffida in cui si “invitava” a procedere all’annullamento.
Il provvedimento attuato dal prefetto Pantalone cancella dall’atto di nascita le parti non previste dalla legge italiana: il doppio cognome del bambino e l’indicazione del nome della seconda madre che, nell’atto di trascrizione, era stato inserito nella sezione in cui normalmente si indica il nominativo del padre. Nel provvedimento, inoltre, si affida a de Magistris il compito di ”annotare gli estremi dell’atto così come modificato nel registro dello stato civile”.
Il prefetto ha, dunque, eseguito d’ufficio quelle modifiche chieste al sindaco e non arrivate entro oggi, 5 novembre, termine che era stato concesso all’Amministrazione per intervenire. La Prefettura ha anche spiegato oggi che non era stata concessa ”alcuna proroga al sindaco” contrariamente a quanto era stato fatto sapere da fonti dell’Ufficio Stampa del Comune.
Una vicenda che ha inizio quando Daniela Conte, napoletana e madre biologica del bimbo, e Marta Loi, sarda, regolarmente sposate in Spagna dove vivono, si recano presso gli uffici anagrafe iberici per far trascrivere l’atto di nascita del loro bambino nato il 3 agosto con l’inseminazione. Qui vengono a sapere che la Spagna, pur trascrivendo l’atto, non può concedere un documento d’identità al piccolo perché è figlio di un’italiana. Il documento – come hanno spiegato Daniela e Marta – è indispensabile per poter viaggiare, ma soprattutto per poter usufruire dell’assistenza sanitaria. Le donne si rivolgono al Consolato generale d’Italia che respinge la richiesta. Un rifiuto che non abbatte Daniela e Marta che decidono di rivolgersi al Comune di Napoli per avere la registrazione.
In venti giorni, il sindaco de Magistris accoglie la richiesta e procede, il 30 settembre, alla trascrizione con quella che lui stesso ha definito ”un’interpretazione originale, ma costituzionalmente orientata”. Nell’atto si inserisce il doppio cognome e si indica come ‘padre’ il nome della seconda madre. La Prefettura a questo punto chiede al Comune tutta la documentazione per procedere a ”una valutazione” che si conclude con esito negativo, l’invio della diffida e l’annullamento d’ufficio.
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