INDICE DEI CONTENUTI
- 1 Eleonora Landi, l’incipit del suo romanzo è diretto e potente: “Non mi sono mai svegliata, era la mia vita”. Nel libro, racconta come l’ospedale sia stato sia un luogo di dolore che di rinascita. Cosa l’ha spinta a raccontare la sua storia e a farlo con una tale intensità emotiva?
- 2 La sindrome di Behçet l’ha portata a confrontarsi con una serie di sfide, tra cui il bullismo e l’incomprensione sociale. Come ha trasformato questi ostacoli in una forza capace di ispirare gli altri?
- 3 Aurora, la protagonista del suo libro, incontra persone che trasformano la sua esperienza di malattia in qualcosa di più significativo: Anna, Bianca e Massimo. Quanto di reale c’è in questi personaggi? E cosa ha imparato da queste persone nella sua vita reale?
- 4 Eleonora Landi, quanto sono stati importanti i legami umani nel suo cammino verso la rinascita?
- 5 Attraverso TikTok è riuscita a trasformare una quotidianità difficile in un messaggio di ironia e coraggio che ha ispirato tanti. Quanto è stato terapeutico condividere la sua vita con una comunità digitale? Quale messaggio vorrebbe lanciare ai suoi follower?
- 6 Dalla scoperta della malattia alla passerella di Miss Italia ha percorso un cammino incredibile. Come ha trasformato il dolore e le difficoltà in momenti di empowerment e crescita personale? Cosa rappresenta per lei la fascia di “Miss Coraggio”?
- 7 Eleonora Landi, la sua frase sull’ironia (“Immagino già le fontane di Lourdes prosciugarsi al mio arrivo”) trasmette uno spirito combattivo ma anche autoironico. Quanto è importante affrontare le avversità con il sorriso, e cosa consiglierebbe a chi vive una situazione simile alla sua?
A San Prisco, Eleonora Landi presenta il romanzo “Rara – Storia di una rinascita”. Un racconto che unisce forza, speranza e resilienza. In occasione della finale di Miss Italia a Porto San Giorgio, la patron del concorso Patrizia Mirigliani le ha conferito la fascia di “Miss Coraggio 2024”.
SAN PRISCO (CASERTA) – San Prisco, in provincia di Caserta, si prepara ad accogliere un evento che promette di lasciare un segno profondo nel cuore dei presenti. Questo pomeriggio, 16 novembre, alle ore 18 nella sala consiliare “F. Zibella”, si terrà la presentazione del romanzo “Rara – Storia di una rinascita” di Eleonora Landi. Un racconto che unisce forza, speranza e resilienza, invitando a riflettere su come la lotta contro una malattia rara possa diventare anche una forma di riscatto personale e sociale. L’evento vedrà la partecipazione dell’assessore Giovanni Reccia, dell’Assessore Dott.ssa Daniela Addio, di Teresa Menditto, referente provinciale di “Miss Campania”, e di Angela De Filippo, “Miss Campania”. La serata, patrocinata dal Comune di San Prisco e organizzata in collaborazione con le associazioni “Alle pendici del Tifata” e “Storia Locale San Prisco”, sarà moderata da Vincenzo Russo.
Eleonora Landi, giovane autrice bresciana di 22 anni, ha rapito il cuore del pubblico durante le selezioni di “Miss Italia” a San Prisco, distinguendosi per il suo coraggio e la sua forza interiore. Tanto da meritarsi il riconoscimento speciale della patron del concorso, Patrizia Mirigliani, che le ha conferito la fascia di “Miss Coraggio 2024” in occasione della finale nazionale a Porto San Giorgio, nelle Marche. Un titolo che riflette la straordinaria capacità di affrontare le avversità con grinta e determinazione.
Il romanzo “Rara” trae ispirazione dalla sua personale battaglia contro la sindrome di Behçet, una malattia debilitante che causa l’infiammazione dei vasi sanguigni, con conseguenze gravi come l’ipovisione. Attraverso la figura di Aurora, alter ego di Eleonora, il libro racconta un percorso carico di sofferenze, incertezze e, al tempo stesso, tanta speranza. A soli 13 anni, Aurora affronta i primi sintomi inspiegabili, un ricovero di 36 giorni e l’ombra di una diagnosi che tarda ad arrivare.
Attraverso le pagine di “Rara”, Eleonora mette nero su bianco otto anni di difficoltà, dall’adolescenza segnata da ospedalizzazioni e incomprensioni mediche fino alla diagnosi a 21 anni. Tra diagnosi incerte, lunghi ricoveri, bullismo e la necessità di adattarsi a una nuova normalità, tra cui l’ipovisione e l’uso della sedia a rotelle, l’autrice trova spiragli di luce: amicizie inaspettate, la scoperta di una comunità di persone uniche come lei e una forza interiore capace di ribaltare ogni avversità.
Grazie alla sua ironia e alla sua capacità di affrontare la malattia con leggerezza, Eleonora ha condiviso la sua storia sui social, soprattutto su TikTok, senza nascondere le difficoltà della vita quotidiana. Con autoironia, afferma: «Sai quante volte mi è stato detto scherzando: ‘Bimba, un giretto a Lourdes no?’ Onestamente non vorrei nemmeno provare, sono così sfortunata che immagino già le fontane prosciugarsi al mio arrivo». Per saperne di più, abbiamo intervistato Eleonora Landi.
Eleonora Landi, l’incipit del suo romanzo è diretto e potente: “Non mi sono mai svegliata, era la mia vita”. Nel libro, racconta come l’ospedale sia stato sia un luogo di dolore che di rinascita. Cosa l’ha spinta a raccontare la sua storia e a farlo con una tale intensità emotiva?
«Sono stata spinta da un bisogno di trasmettere la mia esperienza e le mie emozioni, ma non vuole essere un insegnamento. Vorrei dire alle persone che leggono, persone che si ritrovano in quelle parole, che non sono sole e che anche io ho provato le loro stesse emozioni».
«Accettando innanzitutto che la mia “diversità” non è un difetto, ma una ricchezza da non nascondere. Il messaggio del libro vuole essere proprio questo: ognuno di noi ha qualcosa di raro in sé: il tuo essere diverso non ti rende difettoso ma ricco».
Aurora, la protagonista del suo libro, incontra persone che trasformano la sua esperienza di malattia in qualcosa di più significativo: Anna, Bianca e Massimo. Quanto di reale c’è in questi personaggi? E cosa ha imparato da queste persone nella sua vita reale?
«Ognuno di loro è ispirato a persone reali. Ho dovuto cambiare i nomi e qualche dettaglio per non renderli riconoscibili. Ho imparato che nulla avviene per caso. A volte, accadono cose brutte e di conseguenza a questi brutti avvenimenti ne succedono altre meravigliose».
Eleonora Landi, quanto sono stati importanti i legami umani nel suo cammino verso la rinascita?
«Tanto! Ogni persona che incontriamo nel nostro cammino di vita ci dona qualcosa. Indipendentemente se quell’incontro è negativo o positivo, ti lascia sempre un impronta».
Attraverso TikTok è riuscita a trasformare una quotidianità difficile in un messaggio di ironia e coraggio che ha ispirato tanti. Quanto è stato terapeutico condividere la sua vita con una comunità digitale? Quale messaggio vorrebbe lanciare ai suoi follower?
«Ho installato TikTok (allora musical.ly) in uno dei miei ricoveri in ospedale. Avevo 14 anni ed ero bullizzata anche sui vari canali social. Lo installai principalmente perché “non c’era nessuno” (l’app aveva appena aperto, quindi eravamo pochissimi italiani). TikTok è stata una parte fondamentale per me, era un po’ il mio luogo sicuro. Quel che vorrei dire alle persone che utilizzano quest’app è che lasciamo che continui ad essere un luogo sicuro per tante persone, cerchiamo di essere gentili sempre».
Dalla scoperta della malattia alla passerella di Miss Italia ha percorso un cammino incredibile. Come ha trasformato il dolore e le difficoltà in momenti di empowerment e crescita personale? Cosa rappresenta per lei la fascia di “Miss Coraggio”?
«Sono caduta tante volte a livello psicologico e per ogni caduta mi sono rialzata più forte di prima. Ho capito che i momenti bui sono solo momenti. Non può piovere per sempre. La fascia di Miss Coraggio 2024 per me è stata una rivincita. Vorrei tornare indietro nel tempo e dire alla me tredicenne sulla sedia a rotelle tutte le cose belle che mi stanno succedendo. So già che la Eleonora del passato non ci crederebbe».
Eleonora Landi, la sua frase sull’ironia (“Immagino già le fontane di Lourdes prosciugarsi al mio arrivo”) trasmette uno spirito combattivo ma anche autoironico. Quanto è importante affrontare le avversità con il sorriso, e cosa consiglierebbe a chi vive una situazione simile alla sua?
«Principalmente la dote dell’ironia me l’ha insegnata mia madre. Ero una persona più seria e cupa. Crescendo sono cambiata tanto e mi sono alleggerita parecchio. Per ogni esame doloroso, per ogni porta chiusa in faccia, mia madre mi portava al cinema, andavamo a fare la spesa, mangiavamo una pizza o mi portava ai firmacopie dei miei cantanti preferiti. Quel che voglio dire è che se stai vivendo un brutto momento non dovresti concentrarti sulla cosa orribile che ti sta accadendo. Puoi trovare il conforto e la felicità nel sorriso di un amico, nella buona musica, in una chiacchierata».
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