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Blitz anti camorra nel Casertano, 35 arresti e 7 divieti di dimora, sgominata una organizzazione dedita ad una vasta serie di reati
CASERTA – I carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Caserta, hanno dato esecuzione a un’ordinanza applicativa di misura cautelare, emessa dal Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, guidata dal procuratore Nicola Gratteri, nei confronti di 42 persone. Le misure cautelari prevedono 32 arresti in carcere, 3 agli arresti domiciliari e 7 al divieto di dimora nella regione Campania. Le persone coinvolte sono a vario titolo, ritenute gravemente indiziate di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsione, intestazione fittizia di beni, riciclaggio, autoriciclaggio, detenzione di armi, traffico e spaccio di sostanze stupefacenti.
L’ATTIVITÀ INVESTIGATIVA
L’attività investigativa, svolta dal 2021 al 2023, incentrata sui territori dei Comuni di Teverola e Carinaro ha permesso, attraverso attività di intercettazioni telefoniche e ambientali, l’analisi dei tabulati e i servizi di osservazione e pedinamento, di accertare come un esponente di spicco di un gruppo camorristico operante sul quel territorio, tornato in libertà dopo 19 anni di detenzione, abbia avviato una serie di attività criminali volte a riaffermare il «diritto» di gestire le attività illecite sui territori dei citati due comuni, senza sottostare alle fazioni del clan dei casalesi nella cui area di «competenza” ricadono proprio i predetti comuni.
Il complesso quadro indiziario ha, in particolare, posto in evidenza il coinvolgimento degli odierni indagati nella prosecuzione dell’attività delinquenziale del gruppo di appartenenza.
Le attività illecite accertate consistevano sia nelle estorsioni in danno di imprenditori e titolari di esercizi commerciali che nell’imposizione di istituti di vigilanza privata ad attività commerciali presenti sul territorio e di slot-machine presso bar, locali e sale slot, la cui fornitura era devoluta a società a loro riconducibili o compiacenti. Nel corso dell’attività investigativa gli inquirenti hanno anche accertato il tentativo di imporre i servizi di onoranze funebri.
CAMORRA, ARRESTI NEL CASERTANO: I METODI VIOLENTI DELL’ORGANIZZAZIONE
I metodi adoperati s’incentravano sulla capacità di intimidazione scaturente dalla consapevolezza della pervasività di un potere spregiudicato a cui prestare acquiescenza: un sistema, in altre parole del tutto alternativo al complesso di regole disciplinanti la comune convivenza e che ripete la sua forza dalle capacità «militari», ivi compresa quella di resistere anche ai pubblici poteri ed alla forza della legge, in ciò essendo agevolato dal clima di omertà che, purtroppo, ancora aleggia in parte degli imprenditori per timore di subire atti ritorsivi contro i propri esercizi commerciali ovvero contro la propria persona o quella dei propri cari. Il sodalizio criminale disponeva di armi che servivano sia quale strumento efficace di intimidazione che per dirimere controversie all’interno dei circuiti criminali.
È anche diffusamente emerso come l’associazione traesse buona parte dei suoi introiti illeciti dalla compravendita di una svariata quantità e qualità di sostanze stupefacenti, quasi in regime di monopolio riuscendo, nel breve tempo, a saturare di sostanza stupefacente del tipo cocaina, hashish e marijuana i territori di competenza. Assai numerosi erano gli assuntori che a questi si rivolgevano per acquistare, anche più volte al giorno, le diverse droghe. Registrati casi di acquirenti che, non rispettando i pagamenti (consentiti anche attraverso POS portatili) e le scadenze pattuite, diventavano poi vittime di pestaggi e privazioni di beni personali.
Contestualmente all’esecuzione dell’ordinanza di custodia, nei confronti di alcuni destinatari del provvedimento, è stato notificato un decreto di sequestro di alcuni beni mobili e quote societarie a loro riconducibili per un valore di oltre 1 milione di euro.
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