X
<
>

Share
2 minuti per la lettura

CASERTA – Dopo il dolore di aver perduto causa Covid la giovane moglie che aveva appena dato alla luce il quarto figlio, ecco la beffa di non aver rinvenuto gli oggetti personali della donna, tra cui la fede nuziale e il cellulare, scomparsi dal letto di ospedale dove è stata ricoverata fino alla morte.

«Ho denunciato il reparto di Terapia intensiva del Policlinico Federico II di Napoli dove mia moglie è morta» dice il 30enne Alfonso Vozza, residente a San Prisco (Caserta), marito di Palma Reale, la donna di 28 anni non vaccinata deceduta l’11 settembre scorso pochi giorni dopo aver partorito il quarto figlio.

“Quando ho chiesto che mi venissero restituiti gli effetti personali di mia moglie – dice Vozza – mancavano il telefono cellulare, la fede e un anello solitario che le avevo regalato quando è nata la nostra prima figlia. Non è giusto aver subito anche questo dolore – aggiunge – è disumano.

Mi domando con quale coraggio si possa commettere un’azione così crudele. In ospedale mi hanno risposto che nel piegare le lenzuola, e mettere in ordine, è probabile che li abbiano gettati nella pattumiera. Mi sembra davvero assurdo» conclude Vozza, che non crede alla versione, visto che «qualcosa è stato ritrovato e si trattava di un anello di scarso valore».

La Reale era arrivata ad inizio settembre, già positiva al Covid, al Policlinico di Napoli; qui i medici l’hanno fatta partorire – sta bene il bimbo nato prematuro a 35 settimane – ma poi le condizioni della donna sono peggiorate, tanto che è stata intubata e posta in coma farmacologico fino alla morte.

Una vicenda che dai social era rimbalzata sui media già prima della morte di Palma, grazie alla denuncia su facebook della sorella Maria, che il 7 settembre aveva raccontato di come Palma – in quel momento in coma dopo aver partorito il quarto figlio – si fosse recata il 18 agosto all’ospedale di Caserta a causa di dolori di pancia e difficoltà respiratorie; risultata positiva al tampone, era stata rimandata a casa, ma dopo pochi giorni era stata portata d’urgenza in ospedale.

Oggi Maria, dopo il furto degli oggetti personali di Palma, è tornata a parlare con un video-appello su facebook. «Io voglio fare solo un appello a questa persona e ci voglio mettere la faccia: non mi interessa dell’anello e non mi interessa della fede. Io rivoglio il telefono di mia sorella perché su quel telefono ci sono tanti ricordi. Ci sono le foto di Palma. Ci hanno tolto tutto. Almeno il telefono fatecelo recapitare anche in maniera anonima.

Si può fare, ci sono molti modi per arrivare a noi. Chi ha fatto questo si passi la mano sulla coscienza. Spero che il messaggio arrivi a chi deve arrivare », così si conclude lo struggente massaggio. Ora sarà l’autorità giudiziaria a capire cosa è accaduto al Policlinico di Napoli e probabilmente anche all’ospedale di Caserta.

Share

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

Share
Share
EDICOLA DIGITALE