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CASERTA – Otto persone, tra cui una parente di un collaboratore di giustizia del clan dei Casalesi, sono stati arrestati dalla Polizia di Stato e portati in carcere su ordine del Gip di Napoli, con l’accusa di aver realizzato un agguato con fucili a canne mozze a Castel Volturno nei confronti di tre persone, una delle quali rimaste ferite ad una spalla, e di aver effettuato una «stesa» sparando colpi in aria nei pressi di un locale di Castel Volturno molto affollato.
L’indagine è stata coordinata dalla Dda di Napoli. I reati contestati sono il concorso in tentato omicidio, la ricettazione, il porto e detenzione di armi da fuoco, anche alterate, e di oggetti atti ad offendere, gli spari con armi lungo la pubblica via, la tentata estorsione e il furto, tutti con l’aggravante del metodo mafioso. Le tre vittime erano in auto quando furono accerchiate dagli aggressori a bordo di scooter, che oltre a sparare, li colpirono con mazze da baseball. Prima dell’agguato, gli aggressori avevano sparato in aria per dimostrare il proprio potere sul territorio.
La Squadra Mobile di Caserta individuò subito come responsabile il 25enne Luigi D’Antonio, fidanzato allora con la 21enne Teresa Venosa, nipote del pentito Salvatore Venosa, e ben presto gli altri elementi del gruppo, che aveva l’ambizione di gestire gli affari illeciti nel comune del litorale domizio. Le vittime dell’agguato, è emerso, furono colpite per vendicare uno sgarbo subito da un elemento del gruppo di D’Antonio.
Dalle indagini è poi emerso che il 25enne, mentre era in carcere, con la complicità della madre Assunta Castellano (arrestata) e della Venosa, avrebbe estorto del danaro agli altri elementi del suo gruppo minacciando di pentirsi e rivelare i loro nomi.
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