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Ergastolo per Nicola Schiavone, figlio del capoclan dei Casalesi Francesco «Sandokan» Schiavone, una assoluzione e pene ridotte per gli altri imputati nel processo di secondo grado sul duplice omicidio Salzillo-Prisco, avvenuto nel marzo 2009.
Una delle vittime, Antonio Salzillo, era nipote del fondatore del clan dei Casalesi Antonio Bardellino, ucciso in Brasile nel
1988. La Corte d’Appello di Napoli ha confermato la pena massima per Schiavone jr, ritenuto il mandante del delitto che fu deciso per punire il ritorno di Salzillo nel Casertano, provincia da cui tutti i parenti e fedelissimi di Bardellino era stati “esiliati» dopo la guerra di camorra persa tra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90 contro il gruppo formato dalle famiglie Schiavone e Bidognetti. I giudici napoletani, accogliendo quasi in toto le richieste della Procura Generale, hanno invece assolto Francesco Barbato, condannato all’ergastolo in primo grado, mentre per Michele Ciervo (difeso dall’avvocato Mario Griffo) hanno deciso l’assoluzione dall’accusa di omicidio, che gli era valsa l’ergastolo, e la condanna a 4 anni e 8 mesi per il reato di favoreggiamento. Riduzione di pena anche per i coniugi Ernesto Arrichiello e Teresa Massaro, che dall’ergastolo sono passati a 23 anni di reclusione, mentre uno dei killer, Massimo Russo, ha avuto 28 anni di carcere (ergastolo in primo grado) in quanto durante l’appello ha confessato le proprie responsabilità dissociandosi dal clan.
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