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Caserta – Una raffica di colpi di pistola, sei o sette, sparati ad altezza d’uomo contro il direttore di ‘Campania Notizie’, Mario De Michele, mentre era a bordo della sua auto. Due colpi – si legge sul sito del giornale online – all’indirizzo del parabrezza hanno attraversato l’abitacolo della macchina a pochi centimetri dal giornalista. Nel tentativo di fuga di De Michele, gli aggressori hanno esploso altri 3-4 colpi che hanno distrutto anche il lunotto posteriore della vettura. “Solo il caso ha fatto sì che ne uscisse illeso”, sottolinea ‘Campania Notizie’. Indagano i carabinieri. Secondo quanto rivelato, nessuna pista è esclusa ma gli inquirenti si concentrerebbero, in particolare, sull’agguato di camorra. Questo è il secondo attentato subito in pochi giorni dal giornalista. – Sono quattro i giornalisti sotto scorta armata, oltre Saviano. Per le minacce ricevute dal clan dei Casalesi hanno una protezione Rosaria Capacchione, Sandro Ruotolo e Marilena Natale. Tutt’ora sono, comunque, dieci i giornalisti casertani che hanno una vigilanza attiva per le intimidazioni ricevute dalla camorra locale come di recente Giuseppe Tallino di Grazzanise (Caserta) minacciato dal boss Augusto La Torre. E quanto affermato di recente il prefetto di Caserta Raffaele Ruberto – come riferisce una nota del Sugc – durante il comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica al quale hanno partecipato il segretario provinciale del Sindacato unitario giornalisti della Campania, Antonella Monaco, e l’Ordine dei giornalisti.
I dati sono sconcertanti, tante le denunce dei giornalisti presi di mira dalla criminalità organizzata e non solo. Aggressioni fisiche, lettere di minacce, danneggiamenti ma anche querele a scopo intimidatorio. Salvatore Minieri di Pignataro (Caserta) è un altro giornalista finito nel mirino in passato della criminalità casertana. Nel giugno 2011 con un attentato incendiario venne distrutta, sotto la sua abitazione a S. Prisco (Caserta) la vettura della giornalista Tina Palomba finita per diversi anni sotto tutela per i suoi numerosi articoli di giudiziaria contro il clan dei Casalesi e Belforte. Nel periodo della latitanza Michele Zagaria e Antonio Iovine, i due boss telefonarono in redazione al giornalista Carlo Pascarella di Pignataro e lo minacciarono di morte per i suoi articoli sul clan dei Casalesi.

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