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Si appropria di fondi pubblici per quasi 1,3 milioni di euro per ricomprare i propri beni messi all’asta al tribunale di Benevento, 6 indagati

CASERTA – Secondo la Procura di Santa Maria Capua Vetere quella messa in atto da un imprenditore del Casertano sarebbe una truffa di rilievo milionario. In particolare, secondo le indagini della Guardia di Finanza di Benevento l’uomo, V. DG. un 67enne, si sarebbe appropriato di quasi 1,3 milioni di euro di fondi pubblici versati alla sua società dall’Agea (Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura), raggirando il fratello-socio e trasferendo i soldi ai figli, che a loro volta hanno investito in una società immobiliare.

È l’accusa contestata, vario titolo, dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) ad un imprenditore di 67 anni, ai tre figli M. DG. di 32 anni, F. D G. di 33 anni e A. DG. di 38 anni, e a due commercialisti, F. M. di 55 anni e G. M. di 53 anni, che rispondono a vario titolo di appropriazione indebita e riciclaggio.

Agli indagati la Guardia di Finanza di Benevento, l’azienda del 67enne è in territorio sannita, ha sequestrato i conti per l’importo totale pari alla somma di cui si sarebbero appropriati. Dalle indagini dei finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Benevento, è emerso che il 67enne imprenditore si sarebbe appropriato di 1,3 milioni di euro su un totale di 1,7 milioni versati alla sua società dall’Agea.

APPROPRIAZIONE DI FONDI PUBBLICI PER RIACQUISTARE I BENI ALL’ASTA, 6 INDAGATI

Una sottrazione di fondi di cui avrebbe tenuto all’oscuro il fratello, socio nell’azienda. Con i soldi trasferiti in modo occulto ai figli e investiti nella società immobiliari costituita dai due commercialisti indagati, il 67enne imprenditore avrebbe tentato di riacquistare alcuni immobili una volta di sua proprietà. Beni sottoposti per debiti ad aste giudiziarie presso il tribunale di Benevento.

Dalle indagini è emerso, altresì, «un complesso sistema di articolate operazioni bancarie. Poste in essere – spiega la Finanza – presso un Istituto di credito con sede a Caserta». Un sistema «attuato mediante l’accensione di conti correnti bancari a nome della società e degli indagati.

In pratica, gli inquirenti sostengono, sulla base delle loro indagini, che F. M. commercialista della società «dopo aver incassato – scrivono le Fiamme Gialle – la somma elargita da Agea ha bonificato sul conto corrente societario una somma di circa 1,7 milioni di euro. Successivamente – prosegue la Finanza – l’amministratore V. DG. si è appropriato – sostengono gli inquirenti – di parte di quella somma, circa 1.250.000 euro, sottraendoli alla cassa societaria in danno del socio-fratello G. DG. e di altri creditori tra cui l’erario».

Nello stesso tempo «simulando un atto di donazione, V. DG. ha trasferito – aggiunge la Finanza – a favore dei figli gran parte delle somme oggetto di appropriazione indebita». In un secondo momento quelle stesse somme sarebbe state trasferite ai commercialisti e ad una società immobiliare «costituita ad hoc» per «acquistare beni immobili già di proprietà della famiglia e sottoposti a procedure giudiziarie da parte del Tribunale di Benevento».

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