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In una intervista a una testata giornalistica locale il Presidente dell’ATO Rifiuti arch. Valentino Tropeano, in merito alla vicenda dell’ipotesi di realizzazione di un biodigestore nel comune di Chianche ha dichiarato che “Alla luce della richiesta da parte della Regione della Via (Valutazione di Impatto Ambientale) sull’impianto di Chianche, non possiamo più sperare in un margine di interlocuzione: non c’è più la serenità tale per discutere ancora sulla possibilità di costruire in quel sito”. Bisogna lavorare ad una soluzione alternativa con la Uil e con i comitati: colgo di buon grado le affermazioni del sindacato sull’affiancamento al lavoro del consiglio dell’Ato, e confido nella capacità delle associazioni e dei comitati di collaborare per arrivare ad una soluzione condivisa. Bisogna lavorare al superamento di Chianche: ormai è chiaro che non ci sono le condizioni per andare avanti”.
Con la serietà e il senso di responsabilità che questi momenti richiedono ci limitiamo a prendere atto di quanto dichiarato dal Presidente Tropeano sottolineando che quanto contenuto nel provvedimento dell’Organismo regionale che ha deciso di sottoporre ad approvazione della “Valutazione Impatto Ambientale-V.I.A.” , è esattamente quello che fin dall’inizio di questa battaglia abbiamo sempre sostenuto e che abbiamo cercato di far percepire alle istituzioni interessate circa l’inidoneità di quel sito.
La nostra battaglia non è mai stata ideologica ma solo votata alla ricerca di una soluzione alternativa che rispondesse ai principì e alle disposizioni della Legge in materia perché il biodigestore fosse collocato in aree idonee e compatibili .
Per quello che ci compete ci facciamo carico di concorrere a individuare le migliori soluzioni per definire un sostenibile piano integrato dei rifiuti, in particolare della frazione umida e organica, che potrebbe vedere abbattere notevolmente il costoso fabbisogno impiantistico se ci si dotasse di un fattibile Piano provinciale di compostiere comunali e di prossimità considerata la natura prevalentemente rurale della stragrande parte del territorio della nostra provincia.
Non è vero che ci si batte per la tutela territorio è qualcuno che è incurante della soluzione dei problemi della filiera dei rifiuti . Lo abbiamo dimostrato in questi lunghi mesi di impegno civile fornendo momenti di confronto, di riflessione e di studio, avvalendoci del supporto di energie del mondo intellettuale, professionali e associativo incontrando la comprensibile indignazione civile dei viticoltori e delle aziende vinicole sfociata nella storica manifestazione del 15 settembre scorso e producendo da parte dei Sindaci dei Comuni interessati ben due ricorsi amministrativi.
Una responsabilità che intendiamo continuare a svolgere perché il nostro “No al biodigestore, Si al Greco di Tufo” da slogan oppositivo si trasformi in un messaggio di speranza e di impegno costante per le nostre zone, verso le quali, è giusto riconoscerlo, dopo questo importante esito occorre avere una maggiore attenzione perché siamo solo agli inizi di questa sfida di salvezza e di futuro .
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