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Con il discorso del Presidente del Consiglio dei Ministri Prof. Giuseppe Conte, tenuto il 14 ottobre del 2019 ad Avellino, hanno avuto, solennemente, inizio, le celebrazioni per il centenario dalla nascita dell’On. Fiorentino Sullo organizzate, sapientemente, dal Comitato nazionale guidato dall’ On. Gerardo Bianco e dall’On. Gianfranco Rotondi che, con devozione ed affetto profondo nei confronti dell’insigne statista, rendono, costantemente, vivo il ricordo del leader democristiano. Per il suo altissimo profilo storico-istituzionale e politico-culturale quella giornata ha rappresentato per l’Irpinia, e direi, per i democratici cristiani, un’occasione indimenticabile, nutrita di orgoglio, ma anche di nostalgia e di commozione (ripensando, ad esempio, ai discorsi del Presidente Bianco e dell’On. Rotondi). Fu quella una giornata vibrante, emozionante che ha riportato all’attenzione dell’opinione pubblica nazionale l’azione politica, legislativa e di governo posta in essere dall’On. Fiorentino Sullo fin dagli anni in cui egli fu il più giovane membro dell’Assemblea Costituente e che ha, sostanzialmente, sottratto dall’oblio l’opera di un grande protagonista della storia repubblicana. A venti anni dalla sua scomparsa (avvenuta a Salerno il 3 luglio del 2000) è doveroso ripercorrerne, seppure in estrema sintesi, il brillante, prestigioso percorso compiuto al servizio delle istituzioni repubblicane a partire dall’esperienza vissuta da ragazzo in Assemblea costituente.

Benché giovanissimo (ma già laureato in lettere e filosofia e, in quella fase, impegnato, anche, a conseguire la seconda laurea in giurisprudenza), l’On. Sullo offrì il suo pregevole contributo ai lavori preparatori della Costituzione. Secondo l’insigne costituzionalista Vincenzo Atripaldi, intervenuto ad Avellino in un recente convegno del Centro “Guido Dorso” sul regionalismo differenziato, l’apporto che fornì l’On. Sullo ai lavori costituenti fu prezioso e di grande valore. Difatti, nonostante la sua giovane età, egli dimostrò, in quell’alto consesso, di possedere una grande maturità di pensiero ed una solida capacità di analisi critica e propositiva da navigato uomo politico, oltre che da raffinato intellettuale.

I suoi interventi alla Costituente furono dotti, precisi e di ampio respiro e profondità sia sul piano politico-culturale sia per le valutazioni giuridico-costituzionali che caratterizzavano i suoi discorsi parlamentari. Egli affrontava i confronti e le discussioni a viso aperto, difendendo, con tenacia, le sue idee, esplicitate attraverso una brillante capacità dialettica. Memorabili, ad esempio, i suoi interventi sul Mezzogiorno e sul regionalismo in cui, tra l’altro, portò all’attenzione della Costituente la riflessione meridionalista ed autonomista di Guido Dorso.

Nelle battute iniziali dei lavori della Costituente (consesso nel quale l’Irpinia fu rappresentata da personalità come Amatucci e Rubilli) fu nominato segretario dell’Ufficio provvisorio di Presidenza guidato dallo statista Vittorio Emanuele Orlando, essendo egli il più giovane tra i padri costituenti. In questa veste, il suo nome resta scolpito nella prima pagina dei resoconti dei lavori dell’Assemblea costituente. Nel predetto consesso, l’On. Sullo dimostrò, quindi, il suo valore di giovane talento della politica italiana. Rieletto in Parlamento, dopo l’esperienza costituente, vi rimase fino alla VI Legislatura e, dopo una breve pausa dal ’76 al 79, durante la quale fu nominato Consigliere di Stato da Andreotti, vi fece ritorno nell’VIII e nella IX Legislatura. Egli fu, quindi, per diversi lustri, un autorevole, decisivo rappresentante dell’Irpinia e del Mezzogiorno alla Camera dei Deputati, qualificandosi nei confronti parlamentari e nell’azione di proposta legislativa per competenza e visione prospettica. Come è noto egli fu anche leader di Partito, capo corrente e, potremmo dire, talent scout della DC, selezionando alcune tra le più brillanti intelligenze irpine e facendo crescere, in termini politici, un gruppo di giovani capeggiati da due talenti assoluti come Ciriaco De Mita e Gerardo Bianco che dapprima insieme e poi separati sono stati grandi protagonisti della storia repubblicana, insieme a Nicola Mancino, Giuseppe Gargani, Salverino De Vito ed Ortensio Zecchino che sono stati gli alfieri di una grande scuola politica irpina oggi rappresentata anche da Gianfranco Rotondi. Purtroppo, come peraltro capita, spesso, in politica, come nella vita, le strade del vecchio Maestro e dei suoi giovani e brillanti allievi si separarono, in modo, peraltro, particolarmente traumatico e da lì, sostanzialmente, cominciò la parabola discendente di Sullo. 

Ma la storia di Sullo è, anzitutto, legata alla sua efficace azione di Governo, svolta in prestigiosi Dicasteri prima come Sottosegretario di Stato e, poi, come Ministro ai trasporti, ai lavori pubblici, alla pubblica istruzione, alla ricerca scientifica e tecnologica, agli affari regionali. Da uomo di Governo si caratterizzò per la non comune capacità di guida politica ed amministrativa delle dinamiche ministeriali, qualificandosi, al contempo, per la sua efficacia realizzativa. A riguardo, mi piace ricordare le parole di un gigante della storia repubblicana come Sua Eccellenza Gabriele Pescatore che, parlando dell’intensa, efficace azione governativa di Sullo, ne sottolineò la sua autorevolezza, la sua competenza e la sua proverbiale capacità di insuperato realizzatore di opere. Tra le importanti iniziative riformiste cui lavorò Sullo vengono, tradizionalmente, ricordate almeno due: una legge urbanistica avanzata, lucida e razionale e, soprattutto, democraticamente giusta ed equa ed una riforma scolastica sintonizzata col processo della rivoluzione industriale italiana, nella fase di passaggio dalla cultura contadina alla cultura urbana. Con la prima riforma si contrappose alle forze più retrive della speculazione edilizia e della devastazione urbana e territoriale (forze che, peraltro, si ribellarono, riuscendo, come è noto, a contrapporre all’innovativa proposta di riforma sulliana, gran parte della DC); con la seconda mise in subbuglio e tentò di rivoluzionare una struttura scolastica anchilosata in un umanesimo certamente non al passo con i tempi e priva di una visione delle indispensabili problematiche metodologiche necessarie ad un sistema educativo moderno ed adeguato alla domanda di istruzione sempre più avanzata proveniente dalle giovani generazioni. Bastano questi due esempi per capire che neppure per una personalità politica ed intellettuale del calibro di Fiorentino Sullo è possibile, alla fine degli anni sessanta, trovare la via giusta per inserire nel vecchio, obsoleto costume culturale e sociale un nuovo discorso.

Ma non sono solo gli ostacoli della strada a impedire un cammino libero e fluido, ci sono anche i compagni di strada a creare difficoltà, ostacoli ed interruzioni con blocchi e litigi interminabili. L’uomo politico meridionale ha certamente una cultura diversa, ma si trascina dietro un habitus di tipo tradizionale tendenzialmente arcaico.

Seppure in buona fede egli ritiene di salvare la patria e si anima per riuscirci, ma poi lungo la strada, tra risse di accampamento, contrasti di strategie e di tattiche e colpi di artiglieria che colpivano gli “amici”, anziché i nemici, ci si ritrova al punto di partenza: ciascuno preoccupato quasi esclusivamente di salvare sé stesso e la sua clientela.

Difatti, la nostra classe politica crede e lotta per i valori della comunità, della solidarietà, dell’appartenenza, ma appena si passa dal contesto sociale al teatro politico non è più la stessa. Si lascia prendere dal ruolo. L’uomo politico diventa attore e non vede altro che la sua parte sul palcoscenico e, come, talvolta capita nel mondo dello spettacolo nel rapporto tra gli attori, prendono il sopravvento l’ostilità, la gelosia, l’invidia. Emerge e s’impone un individualismo esasperato che è, certamente, un meccanismo difensivo, ma che politicamente è disastroso per sé e per gli altri e soprattutto è disastroso per le comunità che dovrebbero avvantaggiarsi dell’azione svolta da un uomo politico. E’, forse, questo ciò che ha impedito ad un uomo politico come Fiorentino Sullo, Costituente, Statista e Maestro di politica e di amministrazione, di concretizzare il suo modello ideale di società e di Stato.

                                 

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