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Intriganti i commenti sulla stampa da parte di quanti si sono soffermati sulla lettura dell’antologia “Irpini per sempre” curata da Rossella Luongo e pubblicata ad ottobre da Edizioni della sera. Avvincenti le note presenti nelle pagine iniziali, dall’excursus geografico e storico di Angelo Picariello alle note appassionate di Rossella Luongo sino a quelle finali di Franco Arminio, che aiutano il lettore ad avvicinarsi a quel “mistero che chiamiamo Irpinia”. Tante le suggestioni presenti nelle loro parole, nelle quali, come in un gioco di specchi, temi e miti si intrecciano, si confondono. si nascondono come le donne irpine, eredi ancora di una cultura che fu nei tempi dei tempi profondamente matriarcale. Donne “comm’all’aria e l’acqua”, donne forti e decise come la loro terra dura, discendenti di quelle antiche madri che hanno contribuito a costruire molti dei paesi irpini trasportando le pietre con le loro mani. Donne, madri, figlie, le cui storie ho raccolto per anni ritrovandole ora nel tessuto narrativo di questa antologia che prende le mosse dalla festività dei gigli celebrata a Flumeri in agosto, si chiude con le fiamme del falò che viene acceso in un paese irpino la sera del 7 dicembre in onore della Vergine Immacolata: due delle tante feste che rinnovano in veste cristiana antichi riti orgiastici dedicati alla Grande Dea Madre in una terra quale la nostra in cui ancora restano tracce di un’antichissima cultura.
“Momenti rituali irrinunciabili quelle feste”, precisa Luigi Anzalone, “nei quali si esprime l’anima solare e dionisiaca, umbratile dolente delle nostre genti, il suo senso dell’enigma e del mistero unitamente a un prepotente e forte slancio vitale “.
Ventisette le voci narranti , ventisette le storie, altrettanti tasselli di un mosaico dal quale emerge tra luci ed ombre il profilo della nostra terra sospesa con valli e monti tra due mari, a testimoniare ancora, nell’età del progresso, della velocità e della dimenticanza, la presenza della Grande Terra madre, comunque la si voglia chiamare, che continua ostinata a vivere nei nostri boschi, nei nostri campi e nei borghi semidistrutti dai terremoti ,”dove – come i” cunti “ raccontano- gli uomini sono in comunicazione con gli animali, con le piante, i paesaggi, i luoghi e gli spiriti”.
“Cunti” questi dei nostri narratori dunque che conservano la fascinazione di luoghi dove è ancora viva la rispondenza tra realtà esteriore e segreti interiori dimenticati, lontani. Un fenomeno che si afferma con forza nel Sabato delle Metamorfosi e nel Serpente di stoffa.
Due voci diverse, due diversi timbri narrativi, il primo più discorsivo ed ironico, con la cronaca di un sabato da trascorrere in un paese irpino dove di colpo in un bar come tanti si accampano visioni che interrogano, turbano e riportano il protagonista alla sua “infanzia scucita e povera”, il secondo timbro è più intimo, proprio della scrittura femminile, nella quale il serpente di stoffa riporta all’esistenza di una creatura misterica, quale quella del serpente legato da sempre al culto della Bona Dea ed ai suoi rituali. Il mistero si ripropone anche nel Normanno con echi di rime, di versi sibillini, di magia, per attraversare tutte le storie, anche quelle che sembrano più vicine al presente ed ai suoi problemi quale quelli del terremoto, dell’emigrazione. Si impone nelle figure di Ellaria e Monicella, l’una donna dell’aria, l’altra dell’acqua, la ritroviamo nell’anziana che da un vecchio scantinato introduce una banda di ragazzini nel passato, è nei cibi che le donne preparano, nei sentieri che percorrono, nella scelta dolorosa di partire e in quella non meno lacerante di restare là dove “si vedono il cimitero, la montagna e vecchie cose meravigliose di cui nessuno si dà pena”. Ed è proprio nel Diario Irpino di una donna che ha scelto di restare che il mistero si disvela lasciandoci sospesi dopo la struggente descrizione del paese e dei suoi abitanti nella conclusione sulla ”certezza di esistere che avrei, se solo io ci fossi. ”
Gaetana Aufiero
Gli autori: Luigi Anzalone, Gaetana Aufiero, Fiorella Bruno, Antonietta Carrabs, Domenico Cipriano, Eleonora Davide, Virginia Danna, Ottaviano De Biase, Pisco De Vivo, Franco Festa, Antonietta Gnerre, Floriana Guerriero, Monia Gaita, Gennaro Iannarone, Marianna Iannarone, Gerardo Iuliano, Giuseppe Iuliano, Vera Mocella, Eliana Petrizzi, Ilde Rampini, Simone Rotondi, Gerardina Scarlatella, Emanuela Sica, Agostina Spagnuolo, Michele Vespasiano.
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