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All’iraniano Amir Naderi e al portoghese Miguel Gomes, due grandi registi internazionali, sono stati assegnati i premi “Camillo Marino alla Carriera 2016” e “Premio Giacomo d’Onofrio” della 41esima edizione del Laceno d’oro, lo storico festival ‘del cinema del reale’ che si svolgerà dall’1 al 12 dicembre (ingresso libero) in vari luoghi di Avellino, e coinvolgerà i più bei borghi irpini (Mercogliano, Ariano Irpino, Montoro, Calitri, Atripalda, Summonte, Chiusano San Domenico) con proiezioni, concerti, mostre, dibattiti ed eventi.
Alla presentazione della manifestazione, che si è tenuta questa mattina a Palazzo di Città ad Avellino, sono intervenuti il presidente del Circolo di cultura cinematografica ImmaginAzione, Antonio Spagnuolo, che ha ringraziato per la collaborazione le istituzioni e le tante associazioni partner ed illustrato i dettagli del programma, e l’Assessore alla Cultura del Comune di Avellino, Bruno Gambardella, che ha definito quella odierna “una bella giornata per la cultura d’Irpinia, che si propone al panorama nazionale con un evento di altissima qualità”.
Sull’importanza di un sistema culturale condiviso si è soffermato anche il primo cittadino di Chiusano San Domenico, Carmine De Angelis, che ha auspicato la creazione di “un’azione culturale costante che, come è sempre stato il Laceno d’oro, funga da elemento aggregante per l’intero territorio provinciale”.
Un’idea condivisa anche dall’assessore allo Sviluppo del Comune di Montoro, Vincenzo Pecoraro, che ha evidenziato il ruolo della cultura come “leva strategica per lo sviluppo dell’intera provincia irpina”.
Come sempre ricco il programma della manifestazione.
Una giornata di solidarietà, il 6 dicembre, sarà dedicata a Keywan Karimi, regista iraniano in carcere per la sua attività di documentarista. Al Movieplex di Mercogliano saranno proiettati il film per cui è stato condannato a un anno di prigione e 223 frustate, Writing on theCity e il suo ultimo lavoro Drum, presentato alla Settimana Internazionale della Critica a Venezia.
Tra gli ospiti internazionali l’attore cult Lou Castel, che lunedì 12 dicembre, al Movieplex di Mercogliano, presenterà il documentario “A pugni chiusi” di Pierpaolo De Sanctis.
Grande attesa per gli incontri con i registi internazionali premiati quest’anno. La consegna del riconoscimento ad Amir Naderi avverrà domenica 4 dicembre alle ore 20:30 al Cinema Partenio (Via Giuseppe Verdi) dopo la proiezione speciale di“Monte”, il suo ultimo lavoro girato in Alto Adige, presentato fuori concorso alla 73esima Mostra di Venezia e premiato come “Film della Critica” dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani. A presentare il film anche l’attore protagonista Andrea Sartoretti e lo sceneggiatore Donatello Fumarola. Il regista, tra le figure più influenti del nuovo cinema internazionale, terrà una masterclass aperta al pubblico lunedì 5 dicembre alle ore 17:30 al Cinema Partenio. A Naderi, che vive a New York dalla metà degli anni Ottanta, il festival dedicherà anche una retrospettiva dei suoi principali film: Marathon (2002), A,B,C… Manhattan (1997), Waiting (1974), Il Corridore (1985).
Miguel Gomes ritirerà il premio domenica 11 dicembre (ore 20:30, Cinema Partenio) e presenterà in anteprima per la Campania “Le mille e una notte. Arabian nights”, il film evento di Cannes 2015, una trilogia tra fiaba pasoliniana e documentario, poesia e denuncia, in un Portogallo oppresso dalla troika.
Oltre quaranta i film in programma con particolare attenzione alle produzioni indipendenti italiane. Tra gli ospiti i registi Maurizio Braucci, Alessandro Comodin, Giovanni Cioni, Massimo D’Anolfi e Martina Parenti.
Proiezione extra il 13 dicembre al Movieplex di Mercogliano (ore 20:15) con la versione integrale dei “Cancelli del cielo” di Michael Cimino.
Il festival anche quest’anno dà spazio alla sperimentazione musicale con due eventi all’Auditorium Liceo Imbriani (Avellino, Via Pescatori, 155): il concerto-spettacolo “Studio per la messa in scena di uno smarrimento tra l’appennino lucano e una canzone”, di Canio Loguercio, autore e interprete, con Alessandro D’Alessandroall’organetto, un percorso di parole e musica fra il reale e l’onirico guidato dall’archeologo Emmanuele Curti e dallo scrittore Antonio Pascale (Giovedì 8 dicembre alle ore 20:30), e la performance audiovisiva del compositore tedesco Stephan Mathieu che lavora con l’elettroacustica e l’arte digitale astratta (Lunedì 12 dicembre alle ore 21:00).
Il ricco cartellone è impreziosito dall’evento “Il cinema dei fratelli Scarpetta” (Mercoledì 7 dicembre all’Ex Carcere Borbonico di Avellino, – Piazza Alfredo De Marsico – ore 19:00) in collaborazione con il Centro sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale. Saranno proiettati due film muti restaurati, gli unici conservati, con attore protagonista Vincenzo Scarpetta, dal titolo “Tutto per mio fratello” del 1911 e “Il gallo nel pollaio” del 1916, per l’occasione sonorizzati dal vivo dal compositore Giosi Cincotti e dal musicista elettronico Anacleto Vitolo.
Quattro le mostre allestite in città: all’Ex Carcere Borbonico «Hollywood» 1945-1952, a cura di Orio Caldiron e Matilde Hockhofler dedicata al settimanale cinematografico tra i più diffusi nel dopoguerra. A cura di Paolo Speranza, direttore di Quaderni di Cinema sud, sono le esposizioni: “Trevico-Torino. Ricordo di Ettore Scola regista e meridionalista”, con manifesti originali e altri materiali sulla filmografia di Scola (Casa della Musica di Calitri); “Da Montoro a Cinecittà. Lionello De Felice nel cinema italiano” (Palazzo dell’Annunziata di Montoro), che propone manifesti e documenti sul regista irpino, oltre alla visione di due film: I tre ladri (con Totò) e Cento anni d’amore (con Aldo Fabrizi, Eduardo De Filippo, Titina De Filippo, Vittorio De Sica); “Cinema in Irpinia”, mostra sui film girati in provincia di Avellino (Dogana dei Grani di Atripalda).
Due tavole le rotonde: “La nuova legge regionale sul cinema: un’opportunità per la promozione del territorio” (Giovedì 1 dicembre, Abbazia del Loreto – ore 16:00), all’incontro parteciperanno Maurizio Gemma, direttore della Film Commission Regione Campania e i sindaci e i presidenti delle Pro Loco delle province coinvolte nella manifestazione. “Post cinema: il dispositivo inarrivabile” a cura di Gabriele Perretta, rassegna di opere ipermediali per analizzare la società digitale contemporanea (Lunedì 12 dicembre, Carcere Borbonico, ore 16:00).
Nel corso della rassegna saranno presentati i cortometraggi selezionati per il concorso Gli occhi sulla città e l’11 dicembre al Cinema Partenio alle ore 22:00 sarà annunciato il vincitore che si aggiudica il premio di euro 1.500,00.
Il Laceno d’oro è organizzato dal Comune di Avellino e dall’Associazione ImmaginAzione, con il contributo della Regione Campania e in collaborazione con la rivista cinematografica Sentieri Selvaggi. La direzione artistica è affidata ad Antonio Spagnuolo, presidente dell’associazione ImmaginAzione e Aldo Spiniello, direttore di Sentieri Selvaggi Magazine.
Il Festival Internazionale del Cinema Laceno d’oro è finanziato con fondi POC Campania 2014-2020 Linea Strategica 2.4 “Rigenerazione urbana, politiche per il turismo e la cultura”. Programma giugno 2016-gennaio 2017”, Sezione “Eventi di rilevanza nazionale ed internazionale”.
I FILM
Le proiezioni internazionali
Tra i film proiettati: “Lo and Behold, Reveries of the Connected World” di Werner Herzog (1 dicembre, Movieplex – ore 22:30), “Io, Daniel Blake” di Ken Loach (2 dicembre, Cinema Partenio – ore 22:30), “Research Refugees” di Christof Eder e AA.VV (3 dicembre, Cinema Partenio – ore 18:30, incontro con l’autore), “Il muro rosa” di Enrique Del Pozo (5 dicembre, Cinema Partenio – ore 20:00, incontro con l’autore), “Un padre, una figlia” di Cristian Mungiu(6 dicembre, Movieplex – ore 22:30), “Quando hai 17 anni” di André Téchiné (7 dicembre, Auditorium Comunale di Ariano Irpino – ore 10:00), “Appena apro gli occhi” di Leyla Bouzid (8 dicembre, Chiesa di San Nicola, Atripalda – ore 18:00), “Truman” di Cesc Gay (9 dicembre, Auditorium Liceo Imbriani – ore 10:15), “Al di là delle montagne” di Jia Zhang-Ke (10 dicembre, Cinema Partenio – ore 22:30), “13 Hours: The Secret Soldiers of Benghazi” di Michael Bay(11 dicembre, Cinema Partenio – ore 16:30), “I Cancelli del Cielo”, versione integrale, di Michael Cimino (12 dicembre, Movieplex – ore 20:15), “La ragazza senza nome” di Jean-Pierre e Luc Dardenne (12 dicembre, Auditorium Comunale di Ariano Irpino – ore 21:00).
Le produzioni indipendenti italiane
Tra le produzioni indipendenti in programma troviamo: “I tempi felici verranno presto” di Alessandro Comodin (1 dicembre, Movieplex – ore 20:30), “Oggi insieme domani anche” di Antonietta De Lillo (2 dicembre, Cinema Partenio – ore 18:00), “Fiore” di Claudio Giovannesi (2 dicembre, Cinema Partenio – ore 20:15), “Dal ritorno” di Giovanni Cioni (3 dicembre, Cinema Partenio – ore 20:30), “Porno e libertà” di Carmine Amoroso (3 dicembre, Cinema Partenio – ore 22:30), “Stanza 52” di Maurizio Braucci (4 dicembre, Cinema Partenio – ore 18:30), “Un bacio” di Ivan Cotroneo (5 dicembre, Auditorium Comunale di Ariano Irpino – ore 10:00), “Il futuro di Eva” di Fulvio Baglivi(5 dicembre, Cinema Partenio – ore 16:30), “L’amore non perdona” di Stefano Consiglio (6 dicembre, Torre Aragonese di Summonte – ore 17:30), “I Racconti dell’Orso” di Samuele Sestieri e Olmo Amato (6 dicembre, Ex Carcere borbonico – ore 18:00), “Liberami” di Federica Di Giacomo (6 dicembre, Movieplex – ore 20:15), “Antonia” di Ferdinando Cito Filomarino (7 dicembre, Cinema Partenio – ore 20:30), “Varichina – La vera storia della finta vita di Lorenzo De Santis” di Mariangela Barbanente e Antonio Palumbo (9 dicembre, Ex Carcere Borbonico – ore 19:00), “Goodbye Darling I’m Off To, Fight” di Simone Manetti (9 dicembre, Ex Carcere Borbonico – ore 20:30), “Senza lasciare traccia” di Gianclaudio Cappai (10 dicembre, Cinema Partenio – ore 18.00), “Spira Mirabilis” di Massimo D’Anolfi e Martina Parenti (10 dicembre, Cinema Partenio – ore 20:00).
I CONCERTI
Canio Loguercio
“Studio per la messainscena di uno smarrimento tra l’appennino lucano e una canzone”, il concerto-spettacolo di Canio Loguercio, dal titolo è uno “studio per una messinscena” di appunti sparsi, parole e canzoni sussurrate. Una drammaturgia intima sulla perdita e l’abbandono. Un viaggio fra “ammore” e memoria che si intrecciano sullo sfondo del paesaggio lucano, lungo il filo di una storia provvisoria che si avvolge continuamente su se stessa. Un racconto circolare in napoletano – la “sacra lingua delle passioni” – di Canio Loguercio, autore e interprete in scena, accompagnato dall’organetto di Alessandro D’Alessandro, fra struggimenti, giaculatorie, smarrimenti, alla ricerca di un silenzio da cui ripartire con parole nuove per un vocabolario rinnovato e condiviso, guidati dall’archeologo Emmanuele Curti e dallo scrittore Antonio Pascale, lungo una mappa di confine fra il reale e l’onirico.
Stephan Mathieu
Musica elettronica con la performance audiovisiva del compositore tedesco Stephan Mathieu anticipata da quelle di Franz Rosati e AV-K + KANAN Project. Première assoluta, frutto della collaborazione con il video-artista argentino Guillermo Ueno. Stephan Mathieu lavora nei campi dell’elettroacustica e dell’arte digitale astratta, il suo sound è in gran parte basato su strumenti antichi, suoni ambientali e mezzi obsoleti, che vengono registrati e trasformati mediante microfoni sperimentali, tecniche di re-editing e procedure software.
LE MOSTRE
«Hollywood»1945-1952 – Storie e segnali dal Pianeta Hollywood
La mostra è dedicata a «Hollywood», il settimanale cinematografico che esce a Milano dal 18 settembre 1945 al 31 dicembre 1952, edito da Ottavia Vitagliano che pubblica anche «Novelle Film» e diretto da Adriano Baracco. Nel panorama delle riviste popolari del dopoguerra – da «Star» a «Film d’oggi», da «Cine Illustrato» a «Fotogrammi», da «Cinetempo» a «Bis» – è una delle più diffuse se non la più diffusa, quella che si mette esplicitamente dalla parte del pubblico riducendo al minimo l’intervento critico. Nelle sue pagine Hollywood racconta se stessa, mescolando pubblico e privato, informazione e mitologia, produzione e consumo. La rivista non trascura neppure il nuovo cinema italiano del dopoguerra, con cui spesso polemizza, e ospita Ingresso libero, una delle rubriche più seguite dove vengono pubblicate e premiate le recensioni dei lettori, tra cui spiccano numerosi futuri critici e registi. Nella mostra si è privilegiato il cinema americano, colto nella maliziosa affabulazione divistica tipica del settimanale, anche perché in quegli anni, assieme ai nuovi film subito doppiati, approdano nelle nostre sale le centinaia di titoli mai distribuiti dal ’38 al ’43, quando le Major non si erano piegate al monopolio imposto dal regime: una valanga di pellicole destinata a rappresentare l’ultima grande stagione del cinema hollywoodiano come spettacolo di massa, prima del decollo della televisione e dello stravolgimento del sistema dei media. Le brevi citazioni che appaiono nei vari pannelli non hanno pretese di completezza, ma vogliono solo suggerire qualche chiave di lettura per guardare con gli occhi di oggi un rotocalco popolare che sfila davanti a noi più di sessant’anni dopo la sua pubblicazione.
Una mostra di Orio Caldiron e Matilde Hockhofler
Grafica: Rosy Ampollino
Trevico-Torino. Ricordo di Ettore Scola regista e meridionalista
Fu proprio il “Laceno d’Oro”, nel 1969, presidente Domenico Rea, a tributargli il primo premio da regista per Il commissario Pepe. E oggi, per ricordare un Maestro del cinema mondiale, il Festival ha scelto di dedicargli la proiezione, un libro e la mostra sul film più legato alle radici di Ettore Scola ed al suo impegno intellettuale e civile per il progresso sociale dell’Italia e per il riscatto del Sud.
Cura e documentazione: Paolo Speranza
Allestimento: Walter Giovanniello
Da Montoro a Cinecittà. Lionello De Felice nel cinema italiano
Nel centenario della nascita la prima mostra documentaria dedicata ad un cineasta versatile e di fama internazionale, che tra gli anni Quaranta e Sessanta fu regista di film di successo (Cento anni d’amore, I tre ladri, Costantino il Grandee altri), aiuto regista di Alessandro Blasetti e Renè Clair, sceneggiatore, ispettore di produzione.
Ideazione e documentazione: Paolo Speranza
Elaborazione grafica: Rosy Ampollino
Cinema in Irpinia
E’ un feeling antico, quello tra l’Irpinia e il cinema, e ancora ricco di potenzialità e di scoperte, nonostante i frequenti “buchi neri” che periodicamente lo caratterizzano. Poche realtà in Italia, soprattutto nel Sud, possono vantare una tradizione ed un immaginario collettivo altrettanto radicati nel rapporto con la settima arte, che qui risale addirittura agli albori, quando il pioniere del cinema a Napoli, Roberto Troncone, gira il cortometraggio Il ritorno delle carrozze da Montevergine (1909). E poi, per ricordare i passaggi più significativi, due film importanti ispirati all’emigrazione (La grande luce-Montevergine, del 1939, con Amedeo Nazzari, e Trevico-Torino, del ’73, diretto da Ettore Scola) e un terzo, La donnaccia (1963), interamente girato in Irpinia, a Cairano; un festival (il “Laceno d’Oro”) di valore internazionale; i passaggi indimenticabili e ormai leggendari (da Fellini a Pasolini, da Zavattini a Lizzani); la suggestione esercitata da un numero considerevole di registi originari di questa terra, dallo stesso Scola alla Wertmuller, da Sergio Leone a suo padre Vincenzo, alias Roberto Roberti, uno dei protagonisti del cinema muto, al produttore Dino De Laurentiis; la presenza di un dinamico movimento di base, costituito da cineclub, cineamatori (più volte premiati nei festival nazionali), circoli, associazioni e, oggi, tanti festival e giovani cineasti. E’ a questa prospettiva storico-antropologica che si ispirano le scelte della rassegna e le quattro sezioni della mostra: “Il santuario del cinema”, sull’immagine di Montevergine nei film; “I cugini di montagna”, dedicata al rapporto problematico ma necessario con la realtà di Napoli; “Un’eterna partenza”, con l’emigrazione come leit-motiv della storia irpina; e “Ciak in Irpinia”, sulle location di ieri (e di domani?). L’antico rapporto con il cinema, su cui si innestano passioni e talenti giovanili, apre all’Irpinia potenzialità notevoli di produzione artistica, formazione culturale, turismo.
Quel che occorre, da parte di istituzioni e operatori, è un progetto eticamente solido e di ampio respiro, che unisca tradizione e nuovi linguaggi, convogliando la memoria e l’aura del mito in una nuova stagione di creatività e di protagonismo sociale.
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