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“Pasquale Campanello non è stato un eroe, ma è stata una persona come tante che svolgeva diligentemente e con responsabilità la sua funzione. Avrà toccato col proprio lavoro degli equilibri inconfessabili e per questo ne è rimasto vittima”. Queste le parole commosse del Sindaco Paolo Foti che è intervenuto alla cerimonia di intitolazione di una traversa di via Annarumma al Sovrintendente Capo di Polizia Penitenziaria Pasquale Campanello, ucciso da quattro killer con quindici colpi di pistola a distanza ravvicinata in un agguato sotto la sua abitazione a Mercogliano l’8 Febbraio 1993.
“Avevo preso un impegno personale con la signora Campanello – ha proseguito il Primo Cittadino – e, dopo le consuete lungaggini amministrative, oggi lo portiamo a termine, a nome di tutta la città. La vicenda di Pasquale Campanello l’ho seguita, all’epoca, dalle cronache giornalistiche e quello che mi ha colpito è il porto delle nebbie in cui è finita questa storia, che stranamente non ha avuto nessun tipo di sbocco investigativo e/o giudiziario, e che tutt’oggi resta una ferita aperta sicuramente per la famiglia ma direi per l’intera comunità civile avellinese. Io la penso come il Presidente Mattarella: questa è gente senza onore e senza coraggio che verrà seppellita dalle proprie azioni e dai propri rimorsi. Sono molto contento di vedere qui una rappresentanza di agenti della Polizia penitenziaria perché ciò significa che il ricordo di questo collega è ancora vivo. Oggi – ha concluso il Sindaco Foti – lasciamo un segno definitivo del riconoscimento della città di Avellino nei confronti di Pasquale Campanello intitolandogli questa strada. Spero che quando tutti, ma in particolare i giovani, si trovano a passare di qua possano chiedersi chi era Pasquale Campanello e possano così informarsi su quest’uomo per trarne un insegnamento e un monito per il futuro”.
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