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Un territorio in cui la scuola conserva ancora il suo ruolo di baluardo. E’ il ritratto dell’Irpinia che viene fuori dallo studio di Open Polis sulla povertà educativa in Campania “tra le regioni più colpite dalla povertà educativa”, dove il 18,5% della popolazione tra i 18 e i 24 anni è in possesso della sola licenza media e la città metropolitana di Napoli supera la media regionale con il 22,10%. Il dato migliore è quello di Avellino con il 9,3%, Salerno si ferma al 15,3%, Benevento al 17%.
Oltre mezzo milione i minori (593.036 -19,12%) nella città metropolitana di Napoli, cifra di gran lunga superiore a quella delle altre province. Segue Caserta, al secondo posto in regione con il 18,72% dei residenti nella fascia 0-17. Dall’altra parte della classifica Salerno, Avellino e Benevento registrano quote inferiori alla media regionale (18% per Caserta, 16,66% per Salerno, 15,41% per Avellino, 15, 30% per Benevento). Se sul piano nazionale il disagio economico non risulta particolarmente elevato, nel Sud del paese incide in modo più grave sull’istruzione.
E’ evidente che il tasso di abbandono scolastico è più forte nei territori con un più elevato disagio economico. Prima tra tutte le regioni italiane la Campania con il 7,6%. Con una quota superiore alla media, pari al 9,7%, la città metropolitana di Napoli. Quasi 10 famiglie su 100 vivono in condizioni di potenziale disagio economico. Seguono Caserta, in linea con il dato regionale, Salerno (4,7%) e infine Avellino e Benevento, entrambe con circa 3 famiglie in disagio ogni 100 (3,7%).
L’analisi parte dalla consapevolezza che il contesto socio-economico può influenzare le possibilità di accesso a percorsi educativi o ancora a servizi come mense scolastiche e asili nido. Proprio l’asilo nido risulta spesso inaccessibile, sia per il costo del servizio, sia per la carenza di strutture e posti disponibili. 24 posti per 100 bambini è l’offerta media di asili nido in Italia nel 2016, 7,6 posti l’offerta media di asili nido in Campania, che si colloca all’ultimo posto per la copertura di asili nido. Al primo posto Salerno con l’11,10%, un’offerta che supera la media regionale, secondo posto per Benevento con il 9,10%, dati meno positivi per Avellino con il 7,20%, Napoli con il 7,10 e Caserta con il 5,70%.
Una carenza, quella di asili nido, bilanciata dalla buona presenza di palestre. 41% gli edifici scolastici dotati di palestre in Italia, 25,7% gli edifici scolastici dotati di palestre o piscine. Se Salerno (24%) e Napoli (25%) registrano quote più basse della media nazionale, la provincia di Avellino si afferma come quella con il maggior numero di palestre con il 31%, mentre Benevento si ferma a quota 27%, Caserta al 26%. A contrastare la dispersione scolastica le biblioteche che continuano a rappresentare un presidio educativo e insieme un luogo di incontro, 2,6 sono le biblioteche ogni 1000 residenti, a risultare svantaggiate ancora una volta le regioni del Sud. Puglia e Campania (1,8) hanno meno di due biblioteche ogni mille ragazzi. La provincia di Caserta e la città metropolitana di Napoli hanno 1,2 e 1,5 biblioteche per mille residenti dai 6 ai 17 anni. Al lato opposto Benevento e Avellino che hanno circa 4 strutture ogni 1000 minori, con un risultato superiore alla media nazionale.
E’ la dirigente dell’Usp di Avellino Rosa Grano a sottolineare come “la scuola continui ad essere un riferimento nei nostri territori, anche grazie ad un ambiente sociale ancora sano. Non vogliamo parlare di isola felice ma c’è un’attenzione alta sul fenomeno dispersione, una sinergia tra istituzioni e scuola che consente di fronteggiare immediatamente casi di abbandono, che consente ai ragazzi di vivere la scuola in modo positivo. Questi dati sono anche il segno di percorsi educativi che riescono ad andare incontro alle differenti esigenze degli studenti”. E’ Antonio D’Oria della Uil scuola a spiegare “come le luci che vengono fuori dal quadro non debbono farci dimenticare le ombre che pure sono presenti sul territorio. I dati di gran lunga inferiori a quelli della città di Napoli devono essere raffrontati a quelli relativi allo spopolamento. Si spiega anche così la grande differenze tra l’Irpinia e il napoletano. E’ evidente che esiste un legame forte tra contesto sociale e abbandoni scolastici, penso a territori come la Valle Caudina e il Vallo Lauro in cui il tasso di dispersione cresce. Ecco perchè c’è bisogno di mantenere alta la guardia, di un monitoraggio costante del fenomeno, di un osservatorio sulle aree interne che ci consenta di comprendere quelle che sono le cause della dispersione scolastica. C’è bisogno di valorizzare le risorse locali, di intervenire con lo stanziamento di risorse per potenziare attività e laboratori”.
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